Sicuramente il quartiere del Margine Rosso è stato una delle prime zone a popolarsi, quando intorno al 1960 è iniziata l’urbanizzazione dell’agro quartese .
Il nome “Margine Rosso” è la versione letterale del sardo campidanese “margini arrubiu” ed il suo significato è da mettere in rapporto forse al colore delle sue rocce, della sua terra o della sua sabbia. Esso starebbe quindi ad indicare un limite, un confine di terra di colore rosso. La località stessa è ricordata per la sua importanza storica: era un luogo dove spesso sbarcavano i Barbareschi per le loro incursioni nell’entroterra quartese, la più disastrosa delle quali fu quella del 1582. Due secoli dopo, nel 1793, nella spiaggia del Margine Rosso sbarcarono i Francesi, con lo scopo di occupare Cagliari via terra, ma essi si persero in mezzo agli stagni ed ai canneti di Quartu, dove furono assaliti dai Sardi, mentre una levantata distrusse la maggior parte delle loro navi. In seguito a questa incursione fu costruito il Fortino sabaudo. Fino agli anni settanta la zona del Margine Rosso era ricoperta da bassa macchia mediterranea, da vigneti e vi crescevano piante di fico e di mandorlo. Sul Viale Leonardo da Vinci si affacciano numerose ville e, verso la collina, salgono alcune strade che riportano i nomi di antichi siti della Sardegna romana: Melibodes era il nome con cui era chiamata l’isola del Toro (vicino a Carloforte); col nome di Othoca si indicava l’odierno paese di Santa Giusta; Molaria era il nome della località dove oggi è situato il lago di Mulargia; Gemellae è l’antico nome dell’odierna Tempio Pausania; infine Neapolis era una città, oggi scomparsa, nei pressi della chiesa di Santa Maria di Nàbui (a sud del golfo di Oristano).