Non per tutti i parrocchiani di San Luca è agevole recarsi nella propria parrocchia, poiché spesso i quartieri sono distanti vari chilometri dalla chiesa ed è necessario utilizzare l’auto per gli sposta-menti. Così molte persone, soprattutto anziani e bambini, possono frequentare le funzioni e le altre attività soltanto se qualcuno li accompagna. Pertanto, per far sentire tutti i parrocchiani più vicini tra loro, in alcuni periodi dell’anno si celebrano nelle strade e nelle famiglie dei quartieri più lontani la “Via Crucis” in Quaresima e la “Peregrinatio Mariae” nel mese di maggio.
Uno dei quartieri al confine della parrocchia è quello di Is Ammostus, una grande regione, di cui però appartiene alla parrocchia di San Luca solo la parte più occidentale (quella attigua alla via Lungo Lago Simbirizzi) che si estende tra le località di Gannì e quella di S’Ecca ‘e S’Arrideli, che in italiano ha il significato di “valico”, letteralmente “il cancello della fillirea” (un arbusto locale). Fino a circa venti anni fa la loca lità era quasi disabitata: contavano solo case coloniche, ovili e qualche abitazione di chi, volendosi allontanare dal chiasso della città, cercava un’oasi di pace assoluta. L’unica strada importante era quella che oggi si chiama via Is Ammostus; le altre erano poco più che sentieri che conducevano alle vigne. La zona infatti era una regione agricola fertilissima, attraversata da un rio, dove predominava la coltura della vite. E forse per questo che alcuni autori sardi danno alla parola “Ammostus” il significato di “prodigi”, o anche di “vetrine”, volendo intendere con entrambe i termini la mostra di un’eccezionale produzione agricola. Ma Is Ammostus ha forse una storia ancora più importante della sua ricchezza agricola: pare infatti si trattasse di un’antica “villa” (cioè un villaggio) poi scomparsa come tante altre nel territorio in seguito alle incursioni che gli Arabi compivano nel litorale e nell’entroterra quartese.