La parola del parroco

Febbraio 2006

Il mese di febbraio ci offre due giornate per alcune riflessioni particolarmente importanti: la giornata per la vita e quella del malato. Sono due circostanze nelle quali sia il Papa sia i Vescovi italiani da anni oramai fanno sentire la loro voce profetica per aiutare le Comunità ecclesiali a viverle in modo cristiano. Cedo pertanto volentieri la parola del Parroco di questo mese ai Vescovi e al Papa. In occasione della prossima celebrazione della 28ª Giornata per la Vita, che si celebra domenica 5 febbraio, i Vescovi italiani hanno scritto: “La Vita precede il creato e l’uomo: l’uomo – e con lui ogni realtà vivente – è reso partecipe della vita per un gesto di amore libero e gratuito di Dio. Ogni uomo è riflesso del Verbo di Dio. La vita è perciò un bene “indisponibile”; l’uomo lo riceve, non lo inventa; lo accoglie come dono da custodire e da far crescere, attuando il disegno di Colui che lo ha chiamato alla vita; non può manipolarlo come fosse sua proprietà esclusiva”. (…) “Il rispetto della vita comincia dalla tutela della vita di chi è più debole e indifeso. Nessuno può dirsi padrone e signore assoluto della vita propria, a maggior ragione di quella altrui. Rispettare la vita significa anche fare tutto il possibile per salvarla”. L’11 febbraio 2006, memoria liturgica della Beata Vergine di Lourdes, si terrà la 14ª Giornata Mondiale del Malato. “In tale circostanza – scrive Benedetto XVI nel suo messaggio – la Chiesa intende chinarsi con particolare sollecitudine sui sofferenti, richiamando l’attenzione della pubblica opinione sui problemi connessi col disagio mentale, che colpisce ormai un quinto dell’umanità e costituisce una vera e propria emergenza socio-sanitaria.” (…) “Incoraggio pertanto gli sforzi di chiunque si adoperi perché a tutti i malati di mente sia dato accesso alle cure necessarie. Purtroppo, in molte parti del mondo i servizi per questi malati risultano carenti, insufficienti o in stato di disfacimento. Il contesto sociale non sempre accetta i malati di mente con le loro limitazioni, e anche per questo si registrano difficoltà nel reperire le risorse umane e finanziarie di cui c’è bisogno. Si avverte la necessità di meglio integrare il binomio terapia appropriata e sensibilità nuova di fronte al disagio, così da permettere agli operatori del settore di andare incontro più efficacemente a quei malati ed alle famiglie, le quali da sole non sarebbero in grado di seguire adeguatamente i congiunti in difficoltà. La prossima Giornata Mondiale del Malato è un’ opportuna circostanza per esprimere solidarietà alle famiglie che hanno a carico persone malate di mente”. Vita nascente e vita attraversata da malattie spesso invalidanti o comunque condizionanti le relazioni sociali, a qualunque età queste si presentino, sono due facce della stessa realtà: ognuno è destinatario del dono che Dio ci fa della vita – della Sua Vita –, ed è responsabile della vita di chi gli è accanto, offrendogli anche la sua collaborazione perché questa non sia mai strumentalizzata o “cosificata”, oppure disprezzata magari perché ritenuta “non-produttiva”.

Don Paolo