Dopo tante giornate di tempaccio, freddo, vento e acqua, la Pasquetta ci ha regalato una gradita sorpresa...una bellissima giornata, luminosa, con tanto sole, un cielo terso senza nuvoloni o nuvolette perciò alle 9.30 siamo pronti a partire. Dove siamo diretti? A Pimentel!!! Il nome, con tutta sincerità, non mi dice nulla, mi cospargo il capo di cenere e riconosco la mia ignoranza, scopro così che Pimentel (chi lo dimentica più!) è un ridente paesino del paesaggio dolcemente ondulato della Trexenta. Pimentel, in sardo Pramentellu, è un piccolo centro agricolo situato su di un fondovalle percorso dal Rio Funtana Brebeis, fiume non perenne affluente del Rio Mannu che alimenta le colture circostanti. La storia fa risalire la sua presunta nascita, intorno al 1670, dalla fusione di due contrade divise dal Rio Funtana Brebeis “Nuraxi” ad est e “Saceni” ad ovest. Dal secolo XI fece parte del Giudicato di Cagliari, passando, poi, sotto i Conti della Gherardesca e poi sotto il Comune di Pisa. Dopo varie appartenenze riacquista la sua piena autonomia nel 1946. Arriviamo a Pimentel dopo un breve viaggio in corriera, movimentando improvvisamente la quotidiana tranquillità dei “Pramentellesi”, dapprima invadendo il bar del paese per un breve ristoro (tappa obbligatoria visto il lungo viaggio!!) e poi in parrocchia dove ci aspettava don Mariano, amico di don Albino che con molta disponibilità ci ha mostrato la bella chiesetta dedicata a Nostra Signora del Carmine. Nella piazza sottostante delle moderne panchine dalla strana forma anatomica fanno bella mostra di sé, attirando l’attenzione di tutti, prese di mira dai flash degli improvvisati turisti. Nel territorio la presenza delle “Domus de Janas di S’acqua Salida e Corongiu”, necropoli databili alla fine del neolotico recente, tra la fine del IV e l’inizio del III millennio a. C.. In compagnia dei nostri eccezionali “Ciceroni”, che ci hanno accolto appena arrivati, ossia i coniugi Lilliu (mamma e papà di don Albino), abbiamo visitato i siti archeologici, ma si sa che le passeggiate e l’aria aperta stimolano l’appetito e così strani brontolii cominciano a farsi sentire...le nostre “pancine” cominciano a reclamare e così ci dirigiamo alla tenuta Lilliu-Serra che gentilmente ci ospiterà per consumare in allegria le bontà preparate. Come capita sempre in questi frangenti c’è grande frenesia, chi cerca legna per poter accendere il fuoco e arrostire la salciccia, chi stende le tovaglie sull’erba per imbandire la tavola, chi sbuccia uova in gran quantità, chi affetta salame e formaggi per l’antipasto e ...dopo la benedizione del cibo che ci apprestiamo a consumare...tutto tace; si sentono solo le mascelle che alacremente lavorano. Ora a pancia piena qualcuno si rilassa, forse un po’ troppo e si lascia cullare da Morfeo, altri si sgranchiscono le gambe passeggiando alla ricerca di prelibati asparagi e così il pomeriggio passa in fretta e ben presto arriva l’ora di ripartire. Ci congediamo dai genitori di don Albino ringraziandoli per l’ospitalità ricevuta e per la bella giornata appena trascorsa. Appuntamento alla prossima Pasquetta e un sentito grazie a tutti.
Rita