Sotto l’altare di San Luca è custodita anche la reliquia del Beato Nicola da Gesturi.Appena la mia famiglia si trasferì a Cagliari, nel 1960, mia nonna si fece accompagnare nel cimitero di Bonaria, per pregare sulla tomba di un frate Cappuccino, chiamato Fra Nicola da Gesturi. Lei considerava infatti Fra Nicola un santo, perché aveva ripercorso la vita umile e povera di Sant’Ignazio da Laconi, di cui era devota e dal quale lei aveva ottenuto una grazia. Ora quella tomba, situata nella parte alta del cimitero di Bonaria, dove Fra Nicola fu accompagnato da circa sessantamila persone, è vuota: dal 1980 le spoglie del Beato Nicola riposano nella chiesa dei Cappuccini a Cagliari, nella cappella dell’Immacolata, dove il frate da vivo soleva sostare per molte ore in veglia ed in preghiera. Giovanni Medda, così si chiamava Fra Nicola, nacque a Gesturi, un paese della Giara, il 4 agosto 1882, da genitori di modesta condizione ma non poveri, profondamente devoti e praticanti. Così educarono anche i figli ad essere ferventi cristiani. A tre anni Giovanni rimase orfano di padre ed a tredici perse anche la mamma. Rinunciò all’eredità in favore dei fratelli ed andò a lavorare e vivere presso un ricco cognato che aveva sposato una sorella. Gli bastava avere vitto ed alloggio senza null’altro chiedere. A quattordici anni fece la Prima Comunione e si preparò personalmente studiando da solo il catechismo. A poco a poco cominciò a sentire un forte richiamo per la religione e per le letture sacre e preferiva trascorrere le pause del lavoro nei campi nella preghiera e nel raccoglimento piuttosto che nel divertimento assieme agli altri giovani. A ventotto anni, dopo aver superato una grave malattia, decise di farsi frate, ed il parroco di Gesturi lo accompagnò al convento dei Cappuccini a Cagliari sul colle di Buoncammino, dove il 30 ottobre del 1911 Giovanni Medda vestì il saio e divenne Cappuccino laico, cioè non sacerdote, consacrandosi a Dio per tutta la vita. Inizialmente fu addetto alle cucine; in seguito svolse il servizio di questuante nelle vie della città e dei centri vicini per raccogliere offerte per il convento e per i poveri. Ricoprì questo incarico fino alla sua morte, avvenuta l’8 giugno 1958. Papa Giovanni Paolo II l’ha dichiarato Beato il 3 ottobre 1999. Rivestito di un saio logoro, con vecchi sandali ai piedi, la bisaccia sulle spalle, il bastone in mano ed il rosario, Fra Nicola percorreva le vie dei quartieri di Cagliari: non entrava mai nelle case; era la gente, di tutte le condizioni sociali, che gli andava incontro sulla strada per dargli un’offerta, chiedergli una preghiera, un consiglio, o solo per toccargli l’abito. Fra Nicola consolava le persone che si rivolgevano a lui. Durante la guerra percorreva la Cagliari distrutta dai bombardamenti e portava il conforto e la carità. Invitava tutti alla conversione ed alla preghiera. Egli stesso pregava sempre: nella sua cella povera e spoglia, nella chiesa silenziosa e deserta durante la notte, nelle strade durante la questua. Parlava pochissimo ed i suoi occhi limpidi ed azzurrissimi erano sempre rivolti a terra in segno di umiltà. Ebbe doni soprannaturali ed operò numerose guarigioni; presagiva gli eventi, leggeva nei cuori ed attribuiva al Signore tutto ciò che faceva. Sopportò con serenità, senza mai lamentarsi, sofferenze fisiche e morali, insulti ed umiliazioni. Gli ultimi giorni della sua vita furono di grande sofferenza e morì circondato dall’affetto dei confratelli e da una grande folla che si radunava fuori dal convento da tutta Cagliari, riconoscendo già in vita la santità di Fra Nicola, che fece della carità, dell’umiltà e dell’obbedienza la regola della sua vita. Elisabetta
San Luca … ma non “solo”!
Dicembre 2009