Giugno 2010
Proseguiamo con la sintesi delle risposte emerse dai documenti ufficiali in riferimento al Sinodo conclusosi il 7 febbraio.
La celebrazione dei Sacramenti
La celebrazione dei sacramenti deve esprimere l’incontro gioioso con Cristo e con la comunità. Questo avviene particolarmente nella celebrazione dell’Eucaristia domenicale. A questo proposito è utile ricordare che la Sacrosanctum Concilium raccomanda: “che i fedeli non assistano come estranei o muti spettatori a questo mistero di fede, ma che, comprendendolo bene nei suoi riti e nelle sue preghiere, partecipino all'azione sacra consapevolmente, piamente e attivamente; siano formati dalla parola di Dio; si nutrano alla mensa del Corpo del Signore; rendano grazie a Dio; offrendo la vittimasenza macchia, non soltanto per le mani del sacerdote, ma insieme con lui, imparino ad offrire se stessi, e di giorno in giorno, per la mediazione di Cristo, siano perfezionati nell'unità con Dio e tra di loro, di modo che Dio sia finalmente tutto in tutti” (SC 48). Sono ancora in tanti coloro che si avvicinano alla parrocchia per ricevere i sacramenti. La celebrazione deve essere preceduta da un’adeguata catechesi: mai il sacramento può essere disgiunto dalla Parola di Dio! La celebra-zione del sacramento perciò è un’occasione innanzitutto per evangelizzare.
Per la celebrazione dei sacramenti occorre che siano rispettate alcune disposizioni:
a) Il luogo proprio per la celebrazione dei sacramenti è la chiesa parrocchiale. Ogni altro luogo rappresenta un’eccezione che po-trà essere concessa dal parroco ogni qual volta viene richiesta dai fedeli con ragionevoli motivi ma pure in conformità agli indirizzi pastorali diocesani.
b) Per quanto riguarda la celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana, cresce sempre più il numero di coloro che richiedono il battesimo da adulti. In questi casi si segua l’itinerario catecumenale, seguendo le indicazioni del Codice di Diritto Canonico, del Rito per l’iniziazione cristiana degli adulti e del sussidio pubblicato dal centro diocesano per il catecumenato.
c) Anche nel caso in cui si debba amministrare il Battesimo ad un fanciullo, il Parroco provveda ad un’adeguata preparazione, se possibile, incontrando la famiglia due volte prima della celebrazione.
d) Per quanto riguarda la designazione dei padrini, si ricordi che questa può presentarsi come importante occasione di riavvicinamento alla Chiesa. A seconda delle possibilità, si consiglia di offrire ad essi una preparazione perché si avvicinino in modo degno alla celebrazione del Battesimo o della Cresima.
e) Si raccomanda ai presbiteri di offrire la disponibilità maggiore possibile alla celebrazione del sacramento della Riconciliazione. È opportuno che si stabiliscano alcune ore nelle quali i sacerdoti siano a disposizione dei fedeli.
f) Per quanto riguarda il sacramento del Matrimonio, il parroco si assicuri che i futuri sposi abbiano compiuto un cammino adeguato di preparazione. In ogni caso si dedichi attenzione agli sposi anche dopo la celebrazione del sacramento, cogliendo alcune occasioni per incontrarli e magari rinnovare la promessa di fedeltà coniugale.
g) La celebrazione dell’Unzione degli Infermi, se possibile, avvenga comunitariamente, affinché costituisca motivo di evangelizzazione sul dolore e sulla malattia, e questi siano vissuti alla luce della Croce di Cristo. Si provveda all’adeguata preparazione di coloro che riceveranno il sacramento e si eviti di amministrarlo a coloro che non ne hanno vero bisogno. Occorre però conservare la massima stima e la prassi della forma ordinaria della celebrazione. A questo fine tutti i sacerdoti siano sempre disponibili ad amministrare l’Unzione degli Infermi.
La Pietà popolare
Tutta la Chiesa è popolo sacerdotale. Perciò ogni cristiano consacra a Dio il proprio mondo, non solo attraverso la preghiera liturgica, ma anche in modo del tutto personale. La pietà popolare deve costituire, infatti, ancora oggi uno strumento di incontro con Dio in Cristo. Per questo, attraverso opportune catechesi, si evidenzi il legame degli esercizi di pietà con il Mistero Pasquale di Cristo, fonte della nostra salvezza. Inoltre si faccia in modo che le feste siano occasione di incontro, di solidarietà e di condivisione. In particolar modo le Confraternite siano aiutate a riscoprire e riattualizzare in coerenza coi tempi d’oggi il carisma iniziale, spesso a favore dei più bisognosi.
La Religiosità popolare
Vertice e sintesi di questa religiosità sono le Feste popolari, che segnano il ritmo della vita. I Comitati che se ne fanno carico devono lavorare in stretta collaborazione col parroco, da cui dipende direttamente l’organizzazione religiosa della festa nonché un giudizio di opportunità sulle manifestazioni civili. Si ricerchi e si valorizzi la storia “religiosa” della festa, senza escludere la dimensione della “sagra” che fin dalle origini è sempre stata collegata alla celebrazione religiosa. Si raccomanda la gestione economica trasparente, così da renderne conto alla popolazione e da venire incontro alle necessità dei poveri. Come emanazione del Sinodo, una Commissione specifica promuoverà ricerche storico-religiose e ogni altra iniziativa atta a preservare il nostro patrimonio popolare, culturale e religioso. Nella stessa Commissione verranno preparati dei documenti per offrire gli orientamenti necessari a promuovere, discernere e disciplinare quanto esprime la religiosità popolare del nostro popolo, specie in occasione delle feste.
(continua nel prossimo numero)
Simona & Roberto