Dopo oltre un anno da quando è stato indetto dal nostro Vescovo, è arrivato alla conclusione il percorso del Sinodo Diocesano; infatti il 7 febbraio, nella Basilica Nostra Signora di Bonaria di Cagliari, si è celebrato il rito conclusivo e sono stati firmati i documenti ufficiali (vi ricordiamo che possono essere consultati nel sito internet (www.diocesidicagliari.it). Attraverso questo nuovo sinodo la Diocesi di Cagliari si è interrogata sul suo modo di essere Chiesa. La prima domanda alla quale i sinodali hanno risposto era proprio questa: “Signore, come vuoi che sia la tua Chiesa?”. Sintetizzando le risposte pervenute potremmo dire che la Chiesa di Cagliari deve essere una famiglia unita e aperta. Dove si può sperimentare la comunione, l’attenzione disinteressata all’altro, il dono di sé, se non nella famiglia? A ragione dunque possiamo usare l’immagine della famiglia per descrivere la nostra Chiesa. Essa è il luogo in cui i credenti sono messi in relazione al Padre e con i fratelli, condividendo la medesima vita divina. Le relazioni umane, filiali e fraterne, sono davvero essenziali per essere una comunità! Dobbiamo perciò fare delle nostre parrocchie e della nostra Chiesa diocesana una vera, grande famiglia.
Unita
Se vogliamo essere Chiesa non dobbiamo avere alcuna rivalità tra noi, alcuna concorrenza tra parrocchie, comunità, diocesi, movimenti ecclesiali … Dobbiamo invece cercare di realizzare la perfetta unità della Famiglia Divina: quella tra il Padre e il Figlio.
Aperta
La Chiesa è famiglia unita ma aperta ad ogni uomo. Deve essere il luogo dell’accoglienza, del rispetto di tutti; in essa ogni uomo deve sentirsi a casa propria, nella propria famiglia. Per far questo, la Chiesa deve continuamente mettersi in ascolto dello Spirito e in dialogo con l’umanità: famiglia unita e aperta per essere “sacramento di unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano”.
La fede nasce dall’ascolto
La fede nasce dall’ascolto della Parola. Dobbiamo soffermare la nostra attenzione innanzitutto sull’ascolto. È vero infatti che la fede è dono di Dio; ma questo dono ci è comunicato attraverso gli altri.
La comunicazione della fede oggi
La Chiesa sperimenta una crescente difficoltà nel “comunicare il Vangelo in un mondo che cambia”. Da un lato quindi dobbiamo cercare di essere in primo luogo noi il terreno buono che accoglie il seme della Parola attraverso l’ascolto, permettendo così alla fede di germogliare e crescere nella nostra vita. D’altra parte dobbiamo impegnarci sempre più a seminare la parola, comunicando la fede. In Sardegna la fede è diventata cultura e tutto trasuda religiosità: segno di una fede che è frutto di una evangelizzazione lunga e profonda. La Chiesa in Sardegna non intende rinunciare alla visibilità della propria fede e nel contempo incoraggia il dialogo con i credenti di altre religioni professate da eventuali immigrati nella nostra terra.
La Famiglia primo luogo della comunicazione della fede
Il primo luogo della comunicazione della fede resta la famiglia. Se l’istituzione familiare è in crisi, lo è anche la fede! Perciò è necessario che come comunità cristiana (Tutta) moltiplichiamo i nostri sforzi nell’annuncio del Vangelo.
Omelie e predicazione
Il parroco, oltre che negli incontri di catechesi, svolge direttamente il suo ministero di evangelizzatore attraverso le omelie liturgiche. Si colga ogni occasione per evangelizzare.
(continua nel prossimo numero)
Simona & Roberto