Concludiamo il racconto delle storie dei Santi, le cui reliquie si trovano sotto l’altare della nostra parrocchia, con San Salvatore da Horta ( nome del villaggio spagnolo dove visse per 12 anni) era nato nel 1520 in Spagna, presso Gerona, da genitori poverissimi e religiosissimi. Anche lui poverissimo, umilissimo, analfabeta, rimasto orfano a 14 anni fece il pastore, il calzolaio e poi passò al servizio del monastero benedettino di Monserrat, in Catalogna, dove c’era un celebre santuario della Madonna. Qui San Salvatore maturò la vocazione religiosa e nel 1541 indossò il saio dei Frati Minori Francescani, come frate laico, cioè non sacerdote. Nel convento di Barcellona, dove era ospitato, svolgeva i lavori più umili e faticosi, senza mai lamentarsi. Quando iniziò ad operare miracoli, sempre più numerosi e straordinari, e fu protagonista di fatti prodigiosi, i suoi superiori inizialmente si preoccuparono, poi cominciarono a disprezzarlo, lo accusarono di essere uno stregone e lo perseguitarono, fino a portarlo davanti al tribunale dell’Inquisizione, che lo assolse. Ma egli era sempre ubbidiente, umile, sereno, caritatevole, non solo con le persone ma anche con gli uccelli, che nutriva quando non avevano cibo durante le nevicate. Si racconta che persino una mula si prostrò una volta ai piedi del frate. La vita di San Salvatore era fatta di duro lavoro (nelle cucine, nella questua ed in altre varie mansioni) e di intensa preghiera, durante la quale andava spesso in estasi. Era devotissimo alla Madonna, che spesso gli appariva; gli angeli lo accompagnavano nella questua e gli venivano in aiuto nelle necessità. Per sottrarlo alla curiosità popolare fu trasferito di convento in convento per tutta la Spagna, ma la sua fama di taumaturgo lo precedeva ovunque andasse e presso il convento si accalcavano ammalati e bisognosi. San Salvatore guariva contemporaneamente migliaia di ammalati solo tracciando il segno della croce, resuscitava i morti, liberava gli indemoniati. In un certo momento fu deciso che San Salvatore fosse trasferito lontano in Sardegna. Durante il viaggio da Barcellona a Cagliari sedò una tempesta e, in vista del porto di Cagliari, vide l’anima della Madre Badessa del convento di Santa Lucia volare in cielo. Giunto a Cagliari trovò ad attenderlo una folla di ammalati. Anche in questa città il Santo operò numerosi miracoli e guarì molti ammalati, tra cui il viceré di Sardegna. A Cagliari dopo 16 mesi di permanenza si concluse, in odore di santità, la sua vita, fatta di carità, castità ed obbedienza, il 18 marzo 1567. San Salvatore fu beatificato nel 1606 e canonizzato nel 1938. I suoi resti mortali sono esposti alla venerazione dei fedeli in un’urna di vetro sotto l’altare della chiesa di Santa Rosalia a Cagliari.
Elisabetta