E’ così che ha esordito il nostro Don nella veglia pasquale. A San Luca, per lui, tutto ciò che è mistero grande, è la prima volta che lo vive……da parroco! Perciò ha voluto festeggiare in forma solennissima; a questo ci sta abituando! Una notte di Veglia, ricca di segni che don Albino man mano spiegava. La liturgia è iniziata fuori dalla chiesa con l’accensione del fuoco e del Cero. Tutto rinasce con la Pasqua. Don Albino appariva visibilmente emozionato, tremava, tanto che non riusciva a infilare i grani d’incenso nella croce “pitturata" nel cero pasquale, a rappresentare le cinque piaghe di Nostro Signore. Nonostante ciò tutto si è svolto con partecipazione intensa e al canto “Lumen Christi” tutti per tre volte con gioia, abbiamo risposto “Deo gratias” e man mano anche noi ci siamo lasciati illuminare da Cristo, luce del mondo perché è questo il simbolo del cero pasquale fatto artigianalmente pitturato da grandi artisti. Al centro, il Pantocrator, icona di Cristo Redentore del mondo, alfa e omega, principio e fine di tutte le cose. Dopo il preconio, annuncio della Pasqua, cantato con angelica e decisa voce, ci siamo immersi nel fiume delle scritture con la li-turgia della Parola che ci ha fatto rivivere passo dopo passo la Storia della nostra salvezza, dalla creazione alla redenzione, fino a ricevere con le donne nel Vangelo, l’annuncio che il “Crocifisso è risorto”. Dopo la predica, brevissima, basata sulla spiegazione dei segni che stavamo vivendo, la liturgia è proseguita con la benedizione del fonte battesimale e dell’acqua, segno del battesimo proprio perché come già nella creazione lo Spirito continuasse a librarsi sull’acqua per porre fine al peccato e infondervi la forza di santificare i battezzati e l’inizio della vita nuova. Di seguito siamo stati invitati a rinnovare le nostre promesse battesimali di rinuncia al peccato e del nostro credo. Con l’aspersione dell’acqua benedetta, ci siamo sentiti immersi nel Cristo Risorto, morti al peccato ma viventi in Lui.
La liturgia eucaristica e la comunione sacramentale hanno completato la nostra veglia, non senza aver prima ricevuto il mandato: “Andate e portate a tutti la gioia del Signore risorto. Alleluia! Alleluia! Questo grido di gioia e di sollievo risuonato stanotte è un dono per ogni uomo e per ogni donna. Un solo giorno di cinquanta notti: un tempo offerto per la dilatazione del nostro cuore perché la vita possa sempre rincominciare. Gli orientali chiamano questo tempo del ”rinnovamento”; facciamo pulizia anche in noi di tutto ciò che è vecchio, di ciò che è inutile alla gioia, e condividiamola.
Auguri
Suor Luciana