Vestizione dei ministranti

Aprile 2007

Era un giorno tanto atteso dai 19 bambini che, dopo un cammino di preparazione, li ha visti schierati davanti all’altare per pronunciare la loro promessa e vestire l’abito del ministrante. Il rito ha coinvolto tutta l’assemblea; era viva tutta la trepidazione sia nei bambini che tra i genitori che sono stati invitati ad aiutare i loro figli a vestire l’abito.“Sì lo voglio” è l’impegno che è risuonato durante la cerimonia, “Si, prometto di essere pronto e generoso servitore all’altare, collaboratore del sacerdote nella celebrazione liturgica e nei fratelli; prometto anche che il mio comportamento in chiesa, a casa, a scuola e in ogni luogo seguirà il tuo esempio Gesù”. Che bello lasciarci coinvolgere dall’entusiasmo dei piccoli, sentirci parte integrante della nostra comunità, scoprire il proprio ruolo, non importa se non è vistoso e lì dedicarci a tempo pieno e con tutta la nostra inventiva a far bene e del bene a tutti, sull’esempio di Gesù, così come hanno promesso i ministranti.Giacomo:Sono divenuto ufficialmente ministrante, che emozione! Soprattutto quando ripetevo la promessa, perché è una cosa seria: la promessa l’ho fatta a Gesù!Gianluca:Sabato ero troppo contento, ma non solo io perché eravamo tutti sorridenti. Dopo che i miei genitori mi hanno infilato la vestina sono addirittura stato fortunato perché sono rimasto vicino al parroco. Trovavo tutti i miei compagni molto belli nei loro vestitini ed ero tanto felice perché servire Gesù è una cosa che non tutti i bambini possono fare: adesso cercherò di essere più buono con tutti.Luna:Sono molto felice perché ora tutte le volte che vado a messa posso indossare l’abito e servire all’altare. Ho provato tanta gioia, però mi vergo-gno un po’!Manuela:Sabato eravamo tutti emozionati e nello stesso tempo felici. Io mi sentivo strana perché ero serena e felice ma nello stesso tempo avevo paura per le promesse che avrei dovuto fare, promesse che mi sembravano molto difficili da mantenere. Dopo la vestizione ci hanno applaudito ed ho provato timidezza e son diventata tutta rossa. E’ stata un’esperienza che non dimenticherò mai perché è sempre stato il mio sogno diventare una chierichetta.Martina:Non riesco ad esprimere bene quello che ho provato, ma quando la mamma è venuta a mettermi l’abito l’ho abbracciata forte forte e questo mi ha tolto la tensione e quando sono salita sull’altare mi sono sentita tranquilla.Claudia:Sabato 24 ho vissuto la mia emozione più grande. All’inizio avevo emozione e un po’ di vergogna ma poi mi son detta “Perché faccio così? Sono vicina a Gesù e quindi non ho motivo di vergognarmi!”. Appena ho indossato la vestina mi sembrava che in chiesa ci fossi solo io, il gruppo e Gesù. Ho fatto poi una promessa che cercherò di mantenere sempre.Riccardo:Per me è stata un’esperienza indimenticabile. Mi son detto che il mio impegno deve essere costante secondo la promessa: servire all’altare ma anche il prossimo perché mi devo comportare bene non solo in chiesa ma anche fuori nella vita quotidiana.Suor Luciana