La festa di San Luca

Novembre 2020

Devo ammettere che in queste ultime settimane nella mia mente la domanda è tornata spesso: quest'anno San Luca riuscirà a sbarcare al Poetto? Il covid ha messo a dura prova tutte le feste patronali della nostra città di Quartu, che hanno dovuto ridurre le celebrazioni ai tratti maggiormente significativi. Anche San Luca, alla fine, ha dovuto "adat-tarsi alle norme" e rinunciare alla messa in spiaggia, scegliendo al suo posto una celebrazione più intima nel piazzale e nel giardino retrostante la parrocchia. Una scelta inaspettata, ma allo stesso tempo un capolavoro che il nostro Santo ci ha voluto regalare; se avrete la pazienza di seguirmi, vi spiegherò perché lo è stato. Nella tarda serata del sabato, vigilia della festa, una lieve pioggia non faceva ben sperare per il giorno successivo. Mi sono affacciato alla finestra durante la pioggerella e, ripensando al lavoro dei volontari che quella mattina avevano preparato il piazzale, sistemato i fiori, predisposto le sedie nel giardino, mi sono chiesto come la festa di San Luca potesse svolgersi senza tutti i classici segni che ormai la contraddistinguono e ai quali i parrocchiani sono affezionati. Alla fine domenica 18 Ottobre è arrivata. Per misteriosi disegni divini proprio quest'anno la festa liturgica di San Luca coincide con la domenica, Pasqua della settimana. Questo primo segno di San Luca coincide perfettamente con l'atmosfera di questo 2020, ossia il ritorno all'essenziale! Cristo è l'essenziale della nostra vita, e San Luca non fa altro che prenderci per mano e accompagnarci a Messa per incontrarLo. Contrariamente alla serata precedente, la mattinata della festa ci ha salutato senza nemmeno una nuvola in cielo, con un sole caldo e un'aria frizzante. Con questo clima, andare a festeggiare il Santo in parrocchia e non in spiaggia è davvero strano, ma assecondiamo il momento che stiamo vivendo e Dio ci sorprenderà. Entro nel sagrato e già sento venire dal retro della chiesa le voci del coro che prova i canti. Non faccio in tempo a elaborare le mille sensazioni che sto provando che subito, non appena entro nel piazzale retrostante la chiesa, vengo sorpreso dal secondo segno che San Luca ha preparato oggi: i rami di ulivo. Indimenticabile la promessa che don Davide ha fatto alla nostra comunità connessa in streaming durante il lockdown, promessa che io ho avuto il privilegio di ascoltare dal vivo in quella singolare Domenica delle Palme, e che mi piace in questa occasione riportare alla lettera: "Oggi non possiamo essere folla fisicamente parlando: siamo tutti riuniti attraverso questi mezzi [tecnologici, ndr] ma non possiamo essere folla che si riunisce nel piazzale; allora questo gesto di festa e di lode lo rimandiamo a quando sarà possibile reincontrarci tutti quanti, quando potremo ringraziare il Signore [...]. In quel momento faremo festa con i nostri ulivi: sarà una grande festa, sarà una nuova accoglienza di Cristo". Ebbene, quelle parole profetiche si sono realizzate: l'ulivo, segno di pace e rinascita, è nelle mani di tutti, un inno alla vita in un tempo di ripresa. La promessa è stata mantenuta. Prendo posto in giardino e inizia la Messa. Presiede don Davide, aiutato nella celebrazione dai tre seminaristi del Seminario Regionale che quest'anno faranno servizio nella nostra parrocchia. Mi guardo attorno e sono rappresentati tutti i gruppi parrocchiali, nessuno è voluto mancare. Il Vangelo del giorno, terzo segno di questa giornata, è quello del tributo a Cesare: ci viene chiesto di rendere all'uomo ciò che è dell'uomo senza tralasciare che anche Dio vuole la sua parte! Perché proprio oggi, questo Vangelo? Ce lo spiega don Davide nell'omelia: cosa rendere a Dio se non la nostra vita, il dono più bello che ci ha fatto? Possiamo farlo "rendendo la nostra vita una Parola concreta", dobbiamo fare di essa un Vangelo applicandolo nelle piccole, grandi realtà che viviamo nel quotidiano. Ancora una volta il Signore attraverso San Luca ci chiede di tornare all'essenziale, chiedendoci persino di rivedere la nostra quotidianità per renderla Buona Novella. La Messa continua nel grande raccoglimento di tutti, in particolar modo durante la consacrazione. L'ultimo atto di questa strana festa patronale è la benedizione dei rami di ulivo. Alla richiesta di don Davide di sostare in silenzio per un momento per accogliere il dono della benedizione, un vento leggero soffia sulla comunità riunita. Non ho potuto non pensare, in quel momento, al brano del primo libro dei Re, nel quale il profeta Elia sta davanti al Signore. In questo passo biblico, il passaggio di Dio è preceduto da diversi fenomeni naturali di grande impatto: il vento impetuoso, il terremoto, il fuoco... nei quali però non risiede la presenza divina. Dopo questi eventi, Elia sente il mormorio di una brezza leggera, e solo in essa riconosce che Dio si è finalmente fatto presente. È bello ritrovare nel segno del vento leggero la potenza dello Spirito Santo che soffia su di noi, per inviarci ad annunciare quello che abbiamo udito e veduto con la stessa forza che ha spinto San Luca a scrivere il suo Vangelo. E così, tra il traffico generale per riportare al proprio posto le sedie e i saluti dati a distanza, cala il sipario sulla festa patronale di San Luca del 2020. Torno a casa consapevole di aver vissuto qualcosa di unico nella storia della nostra parrocchia, e tra me e me penso che San Luca tutto sommato anche quest'anno ci ha saputo fare.

 

Antonio