Pasquetta è arrivata!!! E così anche la tradizionale gita fuori porta. Il tempo, come al solito, non è dei migliori, ma ormai siamo “corazzati” infatti ogni anno pioggia, tuoni, fulmini, vento e freddo ci mettono a dura prova, ma noi non ci facciamo di certo spaventare e così tutti puntuali alle 8, ancora un po’ assonati, saliamo in corriera con armi (pappa buona!!) e bagagli, pronti alla grande avventura. Partenza quasi in orario (strano ma vero) imbocchiamo la SS. 554 e dopo aver invocato la protezione divina i “soliti noti“ si danno un gran da fare per illustrarci i luoghi che andremo a visitare. Ah dimenticavo, la nostra meta è Belvì, abitata dai belviesi (nota di Mimmo!) e, tra barzellette e indovinelli, arriva la nostra prima sosta….... ma dove siamo? A Senorbì (vi ricorda qualcosa o qualcuno?) proprio davanti alla chiesa di Santa Barbara. Tra me e me pensavo……. Chissà che bella sorpresa sarà per don Alberto vederci arrivare! Ma……. (l’ho saputo dopo) Dompi gli aveva preannunciato la nostra visita tramite s.m.s……. ah questi “don” moderni! Entriamo in chiesa e lo cerchiamo, arriviamo quasi alla sacrestia ……ma…..non c’è? All’improvviso lo vediamo seduto in un angolino che stava ridendo di gusto guardando la scena….è sempre il solito! Ci accoglie con grande affetto e ci mostra orgoglioso il ritratto che gli hanno donato i parrocchiani in occasione della S. Pasqua e poi tutti insieme al bar per un caffè o per…… ci siamo capiti!???? Abbiamo cercato con ogni mezzo (lecito) di convincerlo ad unirsi a noi ma ahimè non ci siamo riusciti, però gli abbiamo strappato una promessa: organizzare in un prossimo futuro qualcosa insieme. Riprendiamo il cammino e in men che non si dica ci troviamo a Belvì, comune della provincia di Nuoro a 800 metri sul livello del mare quasi al centro della Sardegna. All’interno del territorio boschi di ciliegi, noccioli, noci e castagni. Originale e molto particolare il dolce tipico di Belvì “le caschettes“ veniva presentato nelle occasioni più importanti della vita sociale e nelle feste religiose. Il paese, pur essendo piccolo, offre ai visitatori due attrattive molto particolari, il museo di scienze naturali e due chiese, quella di Sant’Agostino, patrono del paese e quella di San Sebastiano. Ma…. un certo languorino comincia a farsi sentire e così ci rechiamo nel luogo che un amico di Mimmo ci ha gentilmente messo a disposizione per poter mangiare al riparo. In men che non si dica i tavoli sono apparecchiati e…….. inizia la danza, teglie, piatti, tegami ecc. mostrano una varietà di pietanze non indifferente, tante prelibatezze che abbiamo gustato con grande condivisione. Recuperiamo i resti del lauto pranzo, riprendiamo il cammino, e via alla volta di Tonara, altra ridente località della provincia di Nuoro, famosa per l’industria alimentare del torrone, che negli ultimi decenni ha fatto conoscere Tonara oltre i confini della Sardegna. Notevole anche l’artigianato di cassapanche in legno e dei campanacci per il bestiame. Il paese ha origini antichissime, nel suo territorio sono conservate numerose testimonianze prenuragiche tra cui la grotta funeraria “pitzu e toni e la domus de janas”. Con molta fatica (causa traffico) arriviamo a destinazione, infatti proprio nel week-end pasquale, da alcuni anni si svolge la sagra del torrone, festa molto popolare con degustazione, vendita e preparazione sul posto del classico dolce. Nonostante l’aria frizzantina, al nostro arrivo abbiamo scorto le cime delle montagne appena innevate, ci siamo mescolati alla folla curiosando qua e là tra le bancarelle, assaggiando tante cose buone, tra cui la famosa “carapigna”, tipica granita del posto, acquistando souvenir o prodotti locali. Alle 18,30 tutti in corriera per il rientro, stanchi ma soddisfatti per la bella giornata trascorsa.
Un caloroso grazie a chi ogni anno si prodiga per regalarci pasquette allegre e spensierate.
P.S. una nota di rammarico: quest’anno la “compagna fedele” di Dompi è rimasta muta (che peccato!). Alla prossima.
Rita