ESSERE FAMIGLIALa famiglia cristiana attuale Dall'insieme dei lavori sinodali è emersa con forza l'idea della centralità della famiglia nella vita sociale, ma in particolare in quella ecclesiale e in ogni tipo di attività evangelizzatrice delle comunità cristiane. La relazione coniugale tra marito e moglie è considerata fondamentale, quanto quella tra genitori e figli. Vi è poi una viva attenzione alla libertà personale, alla dignità di ogni persona e di ogni componente della famiglia, specie del proprio figlio, anche quando è in tenera età. C'è, infine, una maggiore responsabilità nella procreazione ed una accresciuta consapevolezza di dover svolgere come coniugi un servizio non solo all'interno della coppia e della famiglia ma anche nella comunità ecclesiale e sociale. Tra gli aspetti importanti, le numerose difficoltà che si presentano dinanzi alla prospettiva della paternità e della maternità. Questo si riscontra in modo emblematico nel fenomeno della denatalità. Ci sono molte coppie senza figli oppure che programmano l'arrivo di un figlio dopo un certo numero di anni dal matrimonio. Al contrario, in altri casi si giunge all'eccesso opposto di voler generare a tutti i costi, attraverso l'aiuto della scienza; non importa in quale modo. Poi ci sono difficoltà legate all'instabilità della vita di coppia, alle separazioni e ai divorzi. Un problema conseguente è quello dei bambini, figli di separati. Dal punto di vista culturale e politico si deve constatare che le famiglie non sono adeguatamente aiutate perché sono molti coloro che tendono a non riconoscere questo istituto come fondamento della vita sociale; si sostiene che non c'è bisogno che la coppia sia riconosciuta dallo stato, da un'istituzione pubblica, e dalla Chiesa: due persone si mettono insieme e basta. Dal punto di vista religioso si può affermare che, in questi casi, del matrimonio non si coglie l'aspetto istituzionale né l'aspetto sacrale. In questo tipo di famiglia si percepisce con difficoltà la presenza paterna di Dio. Osservando il contesto più immediato della nostra diocesi si riscontra come, soprattutto in città ma anche nei piccoli centri, vi sia una presenza di elementi contrastanti tra loro. Si è attenuato lo spirito di solidarietà che sempre in Sardegna caratterizzava il tessuto familiare, specialmente nei confronti dei genitori anziani, dei nonni e dei parenti, che in passato erano quasi sempre assistiti in casa. Alle relazioni molto vive è subentrato uno stile di vita che rispetta di più il privato e la discrezione nei confronti del prossimo e delle vicende familiari altrui, ma che ha anche favorito lo sviluppo di un fenomeno in crescente espansione nella società del benessere: la solitudine e la difficoltà a trovare delle famiglie vicine dalle quali ricevere sostegno nei momenti di necessità. Inoltre, lo stesso senso dell'ospitalità, che prima le famiglie riservavano con grande attenzione al forestiero, considerato come sacro, oggi è un po' meno sentito, soprattutto nelle zone turistiche. In questi contesti prevale l'attenzione per il profitto, e non sempre si riesce a coniugare l'ospitalità tradizionale della famiglia sarda con l'attività turistica, fatto che porterebbe dei risultati proficui per lo stesso turismo. Per tutti, e in particolare per le comunità cristiane, si presenta la sfida di conservare e ravvivare gli autentici valori della famiglia sarda e di trasmetterli nella maniera più efficace alle nuove generazioniChiesa domestica Tale definizione è incentrata attorno alla realtà fondamentale dell'amore ed ha come base teologica e spirituale il mistero di amore della Trinità e quello sponsale tra Cristo e la Chiesa. Nel sacramento del matrimonio gli sposi sono resi segno di una grandissima realtà, la comunione trinitaria, e del mistero di unità e di amore che intercorre fra Cristo e la Chiesa. Da questa unione di amore procede la famiglia, nella quale nascono i nuovi cittadini della società umana e, attraverso il battesimo, i nuovi membri del popolo di Dio. In tal modo i coniugi diventano testimoni e cooperatori della fecondità della Madre Chiesa. Inoltre, la famiglia in quanto “chiesa domestica” è anche la sposa di Cristo. Si comprendono così i motivi per cui la famiglia è ordinariamente determinante per la trasmissione della fede. È una realtà che costituisce la prima esperienza di Chiesa che una persona vive. In essa i figli trovano una iniziale forma di preparazione alla vita di fede, sono condotti a ricevere i primi sacramenti e vivono le prime esperienze di carità. Perciò, in quanto “chiesa domestica”, partecipare all'Eucaristia domenicale è per la famiglia un ideale verso cui tendere. Nel nostro contesto diocesano si deve affermare che ci sono molte belle famiglie che danno testimonianza di fede cristiana, che si preoccupano di seguire la formazione cristiana dei figli e che sono assidue alle celebrazioni liturgiche. Poi ci sono dei genitori che, pur non partecipando alla vita ecclesiale, tuttavia iscrivono i figli alla catechesi e li affidano alle cure della comunità parrocchiale. Sono pochi coloro che rifiutano di ricevere un aiuto dalla parrocchia per l'educazione dei figli. Comunque, di fronte al pericolo della scristianizzazione in atto nella nostra società, quello delle famiglie è un settore al quale è necessario prestare la massima cura e attenzione da parte della Chiesa. Le parrocchie e le comunità cristiane devono attivare una pastorale che sia rivolta non solamente alle coppie di fidanzati che si preparano al matrimonio ma anche alle giovani famiglie e, più in generale, a tutte le famiglie, fino a quelle composte da anziani e da vedovi, con le difficoltà loro proprie. Una forma di attuazione della pastorale familiare può essere quella dei “centri di ascolto” nelle case, con l'aiuto di coppie di coniugi preparati allo scopo.Simona & Roberto
Sinodo della diocesi di Cagliari
Ottobre 2010