Domenica 24 gennaio si è tenuta nella chiesa della Madonna del Suffragio a Cagliari la Celebrazione Ecumenica della parola di Dio nell’ambito della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Hanno concelebrato: la Chiesa cattolica Arcidiocesi di Cagliari, la Chiesa Evangelica Battista, la Chiesa Cristiana Avventista del 7° giorno, la Chiesa Ortodossa Rumena, la Chiesa Ortodossa Russa. Alla celebrazione hanno partecipato anche un gruppo di parrocchiani di S. Luca e alcuni di essi anche al coro. La presentazione della Parola di Dio si è svolta in quattro tappe ciascuna data da un diverso rappresentante delle varie Chiese e illuminata dalla simbologia di un segno che ha reso più concreto il significato della Parola stessa.
La prima testimonianza l’ha data la Chiesa Cattolica nella persona dell’Arcivescovo di Cagliari che ha commentato la frase del versetto che recita: “Un tempo voi non eravate suo popolo ora invece siete il popolo di Dio”. Nel sottolineare la chiamata di Dio ad essere un solo popolo fondamento di Gesù che è la “pietra angolare” l’Arcivescovo ha invitato i cristiani di tutte le Chiese a chiedere perdono per avere, nella loro disunione, tradito questa chiamata. La lettura richiamata è stata 1Pt 2,4-5: “Avvicinatevi al Signore. Egli è la pietra viva che gli uomini hanno gettato via ma che Dio ha scelto come pietra preziosa...”. La simbologia è stata il muretto di mattoni ad angolo che illustrava la Scrittura. È stata poi la volta della pastora battista che ha spiegato la frase: “Un tempo eravate esclusi dalla misericordia, ora invece avete ottenuto la sua misericordia”, sottolineando quante volte nelle Scritture Dio abbia sempre soccorso il suo popolo facendolo uscire dalle difficoltà. Si è poi soffermata sulla propria vita e ha invitato tutti noi a fare altrettanto per riflettere su quante volte Dio si è messo al nostro fianco per aiutarci perché non ce la facevamo da soli. E ha proseguito:“Dio è ciò che ci veste, ci avvolge, ci cinge, così che mai ci lascia. Dio mi ha mostrato nel palmo della mia mano una cosa piccola, rotonda come una pallina delle dimensioni di una nocciola. L’ho guardata con occhio attento e mi sono chiesta: cos’è questo? E mi è stato risposto: è tutto il creato. Mi sono interrogata su come potesse sopravvivere dato che era così piccola e poteva d’improvviso disfarsi in un nulla. Venne la risposta: durerà perché Dio la ama. Così, tutto sussiste a causa dell’amore di Dio. Amen”. Quindi si dà lettura della prima lettera di Pietro (1,3-4a): “Bene-detto sia Dio, il padre del Signore nostro Gesù Cristo! Egli ha avuto tanta misericordia per noi, che ci ha fatti rinascere: risuscitando Gesù Cristo dai morti, Egli ci ha dato una vita nuova”.E il segno simbolo della testimonianza è la colletta per i bambini di Salvador Bahia.Terza tappa: “Voi siete la gente che Dio si è scelta, un popolo regale di sacerdoti, una nazione santa, un popolo che Dio ha acquistato per sé, per annunziare a tutti le sue opere meravigliose”. La spiegazione l’ha data il rappresentante degli Avventisti del 7° giorno. Dio ci ha scelti non perché migliori degli altri, santi non perché più virtuosi degli altri, siamo santi nella misura in cui siamo impegnati nel servizio a Dio che è quello di portare il suo amore a tutti; siamo sacerdoti perché siamo al servizio del mondo. I cristiani vivono la loro chiamata battesimale sanando le ferite in campo relazionale, ricercando l’unità e impegnandosi qui ed ora nelle beatitudini, in particolare quella di oggi della “fame e sete di giustizia”. Poi ha fatto l’esempio del medico che ha nello studio i titoli appesi alle pareti; ma se non pratica la professione quelli sono solo dei pezzi di carta. Il pastore ha poi, con molta passione ed energia, richiamato a tutti noi quante volte, a partire da se stesso, nascondiamo le difficoltà scomode venendo meno a quell’im-pegno cristiano dell’essere “luce del mondo” e “sale della terra”. Il pastore ha commentato così la lettura del brano di Mt 5,1-16: “[…] Siete voi il sale del mondo. Ma se il sale perde il suo sapore, come si potrà ridarglielo? Ormai non serve più a nulla; non resta che buttarlo via, e la gente lo calpesta.Siete voi la luce del mondo. Una città costruita sopra la montagna non può rimanere nascosta. Non si accende una lampada per metterla sotto un secchio, ma piuttosto per metterla in alto, perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così deve risplendere la vostra luce davanti agli uomini perché vedano il bene che voi fate e ringrazino in padre vostro che è nel cielo”. I rappresentanti delle varie Chiese hanno acceso le candele al cero portato in processione e poi distribuito la luce a tutti i presenti, luci che sono rimaste accese fino alla fine delle celebrazione. La celebrazione si è conclusa con la benedizione e il congedo da parte del rappresentante della liturgia ortodossa. Bravissimo il coro ecumenico che è stato molto gioioso e ha aiutato ad interiorizzare il commento alle Scritture. L’atmosfera era piacevole, c’è stata una bella accoglienza della chiesa ospitante, una serata trascorsa nella bella comunione di tutti. All’uscita è stato distribuito dai bambini il sale, anch’esso portato all’ingresso in processione, quale altro simbolo richiamato dalle Scritture.
Anna Piras