San Luca … ma non “solo”!

Novembre 2009

 Sotto l’altare di San Luca è custodita anche la reliquia di Sant’Eusebio da Vercelli (Morto nel IV secolo).Il nome Eusebio deriva dal greco e significa “che onora bene (gli dei)”. Corrisponde al nostro nome “Pio”. Un’antica tradizione sarda afferma che Sant’Eusebio nacque a Cagliari da una famiglia di Santi: la madre Santa Restituta, il padre San Cecilio, la sorella Sant’Eusebia. Sarebbe perciò proprio la chiesa di Santa Restituta il luogo dove per la prima volta si sviluppò il suo culto. Di lui si narrano anche altre notizie, che però sono di sicura invenzione. Tuttavia i dati biografici più sicuri di Sant’Eusebio derivano da San Girolamo, da Sant’Ambrogio e dal Martirologio Romano. Essi ci dicono che il Santo era lettore della Chiesa Romana ed era nato in Sardegna. Ben presto lasciò i suoi parenti e la sua terra. Lo troviamo a Roma, poi a Milano ed infine a Vercelli, dove il papa lo consacrò vescovo. Con Sant’Eusebio la città di Vercelli divenne un forte centro della fede cristiana contro l’eresia ariana, che si andava diffondendo sempre più e creava lotte e divisioni tra i cristiani. Si dice che il Santo avesse trasformato in chiesa cristiana il tempio romano della dea Vesta (dea del fuoco sacro) e lo avesse consacrato come cattedrale. Nella stessa città costruì anche altre chiese, fissò la liturgia, che era celebrata fino al 1500 con il nome di “rito eusebiano”, e formò i nuovi sacerdoti, raccogliendoli a vivere in comunità nella sua casa vescovile e curandone in particolar modo l’aspetto apostolico e caritatevole, mediante regole di studio, carità, penitenza. A questo esempio si ispirarono le Congregazioni di Sacerdoti, nate nel 1500 con regole di vita in comune. Quando l’imperatore Costanzo sostenne l’eresia ariana, il vescovo Eusebio fu condannato all’esilio, poiché non si volle sottomettere ad essa. Fu chiuso in una gabbia, in catene, come una belva e mandato in Palestina. Il suo passaggio nei vari paesi  destava nel popolo profonda commozione ed il suo fu un viaggio quasi trionfale. Dopo sei anni di esilio a Scitopoli (in Palestina) Sant’Eusebio tornò a Vercelli, acclamato dal popolo, poiché l’imperatore Giuliano restituì ai vescovi esiliati le loro diocesi. Così il Santo continuò il suo instancabile apostolato per la conversione dei pagani alla fede e per ristabilire la pace tra i cristiani. Morì a Vercelli, probabilmente nel 371, ed ebbe qui la sepoltura. Elisabetta