Saluto alla comunità

Settembre 2006

Ogni volta che siamo chiamati a vivere un “trasferimento” noi sacerdoti sappiamo quello che lasciamo ma non sappiamo quello che troviamo. Ma lo Spirito con cui affrontiamo ogni nostro cambiamento deve essere animato dalla fiducia nel Signore che ci chiama a lavorare nella sua vigna, terreno che non ha confini o limiti di proprietà. Io so quello che lascio e so quello che la parrocchia di San Luca mi ha lasciato come prima esperienza di servizio pastorale nella collaborazione con don Gianni, prima e con don Paolo poi. Quando, durante l’ ordinazione presbiterale, l’ordinando pronuncia il suo “Eccomi” davanti all’assemblea celebrante che rappresenta in quel momento tutta la Chiesa, egli offre la sua vita senza conoscere le vie e le mete della sua missione, senza sapere chi incontrerà, perché andrà dove il Signore lo condurrà. Il sacerdote, quella sera, abbandonandosi a Dio, firma in bianco. La sera del 22 Maggio di due anni fa, pronunciando il mio “Eccomi”, il Signore ha voluto che lo dicessi anche per i cristiani di San Luca   dove, ancora a mia insaputa, avrei iniziato il mio cammino sacerdotale.  Sono contento  - e anche un po’ orgoglioso - di aver fatto parte della vostra storia. Ero presente alla dedicazione della chiesa; ero presente quando don Gianni, fondatore della parrocchia, ha lasciato la vostra comunità, ero presente quando don Paolo ha ricevuto dal vescovo il compito di prendersi cura di voi come vostro pastore. Sono felice di aver vissuto con voi questi momenti dove la comunità si scopre fatta di persone, volti ed emozioni. Sono contento di aver condiviso con voi la mia fede, di aver detto e dato un po’ di mio.  Con le stesse parole di San Pietro: «Non possiedo né argento, né oro, ma quello che ho te lo do: Gesù Cristo», sono contento di aver condiviso con voi la mia passione di stare con i bambini e i giovani, non possiedo niente e sono un grande peccatore ma la mia passione per l’educazione alla testimonianza cristiana dei giovani l’ho vissuta con voi, contento di  architettare di tutto per poter mettere nel cuore dei ragazzi la voglia di stare con Gesù. Farò mie le parole di San Paolo: «Ringrazio il mio Dio ogni volta ch’io mi ricordo di voi, pregando sempre con gioia per voi in ogni mia preghiera, a motivo della vostra cooperazione alla diffusione del vangelo dal primo giorno fino al presente, e sono persuaso che colui che ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù» (Fil 1, 3-5). Ci sarebbe tanto da scrivere, tanto e tanti da ringraziare ma possa il Signore ricompensarvi per la vostra affettuosa accoglienza nei miei confronti. Un grande abbraccio.

Don Alberto Pistolesi