E’ iniziata così: il giorno della Giornata del malato, celebrata in parrocchia con la messa comunitaria per la quale erano state invitate le ospiti dell’Istituto Santa Maria, abbiamo consegnato alle presenti una cartella porta-documenti colorata con all’interno una scheda che riporta un’ immagine di Gesù Buon Pastore, una mia poesia a Lui dedicata e una frase per le nonnine. Un elaborato che ha avuto il gradimento di tutte e che si è pensato di portare a coloro che non avevano avuto la possibilità di partecipare, in quella giornata, alla celebrazione eucaristica e all’apposizione dell’olio per gli infermi. Così, in accordo con Suor Milena (la Superiora), abbiamo stabilito che la consegna delle nuove cartelle sarebbe diventata un momento di condivisione e servizio, una sorta di regalo, dei nostri ragazzi, alle ospiti dell’istituto. E’ stata una vera festa iniziata con palloncini colorati, torte, bibite, canzoni degli anni che furono (Profumi e balocchi, Parlami d’amore Mariù, Pippo non lo sa….), e terminata con una preghiera “tutti insieme”. I ragazzi nel nostro successivo incontro settimanale hanno commentato la loro esperienza e Giacomo si è detto disponibile a raccontare il pomeriggio trascorso in allegria.
Giuliana
Quando assieme alle mie catechiste Carla e Giuliana siamo andati nella casa di riposo, per me è stato molto bello, perché abbiamo rallegrato le vecchiette che, secondo me, tanto felici non erano. Poverine, forse i loro nipoti non vanno nemmeno a trovarle, ma almeno noi abbiamo regalato loro un sorriso, qualcosa che non si può comprare e vale più dei soldi. E’ stata una bella esperienza, abbiamo fatto merenda con loro, e abbiamo offerto loro cibarie e bevande. Poi abbiamo letto delle poesie e raccontato barzellette. Alla fine abbiamo fatto un gioco: ogni vecchietta aveva un biglietto con scritto un indovinello e noi, divisi in due squadre, dovevamo rispondere. Mi ha colpito molto il fatto che una vecchietta quando me ne stavo andando, mi ha detto: “ Grazie, grazie, mi avete tenuto compagnia, siete stati gentili.” Le vecchiette non sono felici perché manca loro il calore umano, un nipote che le abbracci e dica: ti voglio bene, nonna; ma, almeno noi, un po’, le abbiamo rese felici. Per me è stata una bella esperienza.
Giacomo