Io non ci volevo proprio andare, ma come patrono non potevo dire di no, anche perchè mi portano per forza con la scusa dello spirito comunitario. Ma che ci andiamo a fare per pasquetta a Lula, sconosciuto paese in provincia di Nuoro, con 1657 abitanti chiamati lulesi , di cui 834 sono maschi e 823 femmine, distribuiti in 655 famiglie. Paese situato a 521 m. slm, ai piedi del Monte Albo alto 1127 metri con le due punte Caterina e Turuddò, con la bellissima Domus di Janas denominata “Sa Conchedda ‘e Su Priteru”, scavata dentro un roccione calcareo reso rosa dalle venature ferrose? Cosa ne sap-piamo del Dott. Piras ( il farmacista), dei 104 lulesi che si chiamano Porcu, dei 62,4 che si chiamano Calia, dei 26 Calzedda, dei 28 Chessa, dei 23 Guiso? Della azienda più florida del paese che si occupa di “addobbi floreali”, ad esempio, che ne sappiamo? Non sappiamo nulla della festa più importante dedicata a San Francesco che si svolge dal 1° al 6 maggio sin dal XVI secolo, allorquando un gruppo di banditi decise di edificare una chiesa per ringraziare il Santo che aveva fatto in modo che venissero assolti dalle malefatte di cui erano stati ingiustamente accusati (ndr: la prima legge ad personam ). Se tanto mi da tanto: chissà cosa avranno avuto da farsi perdonare coloro che decisero di edificare la Chiesa di San Luca. Certo, a differenza di San Luca, qui sono i religiosi che offrono ai numerosi pellegrini e visitatori il filindeu, una minestra preparata con formaggio fresco e carne. Durante la festa viene organizzato un grandioso pranzo all'aperto, durante il quale è presente anche un piccolo simulacro del Santo, che però non mangia mai pecora bollita. E’ curioso constatare che anche qui i partecipanti al banchetto sono straordinariamente più numerosi dei fedeli in Chiesa. Quasi come la nostra sagra del Riccio! Quante cose abbiamo in comune noi con i Lulesi, e quanto potremmo essere più utili reciprocamente con semplici interscambi in termini di solidarietà: noi, ad esempio, non abbiamo quel formaggio buonissimo che fanno loro; loro, ad esempio, non hanno candidati a sindaco, che da noi invece si sprecano. Con uno scambio alla pari ci sarebbe da mangiare per tutti! Ops: i Santi non si devono occupare di politica. A parte queste cose terrene che appartengono più a voi che a me, devo complimentarmi anche quest’anno per lo spirito che ha animato l’iniziativa. Amicizia, condivisione ( soprattutto a tavola), gioia nel ritrovarsi a cantare e suonare in due gruppi in allegra competizione. Bravo anche il mio delegato, don Paolo, che, dopo le prime difficoltà iniziali, sta riuscendo a comprendere che molti suoi parrocchiani non sono strani: sono così! Grazie allo steward organizzatore per quello che ha fatto e, ancor di più, per quello che non ha fatto ma che avrebbe voluto fare se il censore non lo avesse bloccato. Ora pensiamo alla pasquetta del prossimo anno. Avete avvisato Denotti ?
x S.L. Lucio