Mercoledì delle ceneri

Marzo 2007

Come ogni giorno di catechismo, anche il pomeriggio del  “Mercoledì delle Ceneri” è stato vivacizzato dall’arrivo dei bambini. Più o meno puntuali…sono arrivati alla celebrazione, accompagnati da mamme, qualche papà, nonne …I primi banchi si sono subito riempiti di bambini incuriositi da questa insolita liturgia e anche molti genitori e nonni si sono fermati per celebrare insieme questo inizio di Quaresima. La scelta di don Paolo, per una Liturgia della Parola, è stata quanto mai opportuna per dare il senso della novità. Così è stato più facile comprendere che si trattava di un momento particolare da non confondere con la celebrazione Eucaristica. Non tutto può essere compreso all’età del catechismo ma sicuramente i bambini hanno vissuto un momento di comunione dove grandi e piccoli, genitori e catechisti, uscivano dai banchi e si avvicinavano umilmente per farsi “segnare” il capo con la cenere. Alcuni chiedevano se potevano togliere subito la cenere: “…perché è fastidiosa…” proprio come avevano sentito nell’omelia: “…anche il peccato deve diventare fastidioso, come la cenere e dobbiamo sentire il bisogno di liberarcene…”, con questo e altri esempi, don Paolo è riuscito a cogliere il contenuto essenziale della Quaresima e ha guidato i bambini alla comprensione del Rito delle Ceneri. Il gesto penitenziale delle ceneri è di tradizione biblica e la Chiesa lo ha conservato attraverso i secoli. Le sua celebrazione rimanda, da sempre, alla fragilità dell’uomo e della donna, vinti dal peccato, (essi provano vergogna e si nascondono alla vista del Signore) ma anche alla misericordia del Signore che ebbe pietà, tessendo Lui stesso due tuniche per ricoprirli (Cf. Gn 3). Riscoprire questo rito significa quindi tenere sempre legati il senso della nostra pochezza con la fiducia nell’amore redentivo di Cristo. Sin dalle origini del cristianesimo la Quaresima era vissuta come preparazione al Battesimo amministrato poi durante la Veglia di Pasqua, dopo il Battesimo si entrava nella comunità dei fedeli. Nella prassi dei primi secoli, poi, l’imposizione delle ceneri apriva il cammino dei “penitenti”, coloro che per una colpa particolarmente grave erano usciti dalla comunione comunitaria e si preparavano a ricevere la riconciliazione il giovedì santo. Questi fedeli, col capo cosparso di cenere, si presentavano alla comunità e esprimevano la ferma volontà a intraprendere un cammino di conversione per essere degnamente riammessi, con il perdono dei peccati, nella piena comunione con la Chiesa.  Nel suo cammino la Chiesa è passata pian piano ad una visione diversa del Sacramento, compreso sempre più come aiuto nella vita e nella crescita spirituale di ogni fedele, da celebrare con frequenza. Lasciate queste prassi, a volte anche molto rigide, anche le modalità di celebrazione subirono degli adattamenti: non ci fu più la richiesta pubblica di penitenza e si passò alla concessione dell’assolu-zione prima di ogni eventuale “penitenza” ritenuta necessaria. Questi cambiamenti offrirono, e offrono un beneficio spirituale ai fedeli. Nonostante questi adattamenti la Chiesa non ha voluto perdere questo importante segno delle ceneri non più legato così strettamente alla penitenza, ma posto come inizio di un cammino di conversione che accomuna tutti i fedeli nel cammino verso la Pasqua. Cominciando una nuova Quaresima si deve cercare il senso proprio di questo periodo così intenso dell’anno liturgico. Senza fermarci troppo sulle nostre colpe, per evitare di perdere la capacità a godere la gioia della Resurrezione di Cristo. Egli ha vinto il peccato per noi e ci aspetta nel Sacramento della Penitenza per perdonarci i peccati.

Paola