Agli inizi degli anni ’80 sembrava che il tratto del litorale quartese compreso tra la rotatoria del Margine Rosso e l’hothel Setar (fascia costiera e collina) non avesse molti abitanti: le scarse lottizzazioni e le case distanti tra loro e nascoste nel verde davano questa impressione. Soprattutto si vedevano poche persone in giro e men che meno si vedevano bambini. Era solo un via vai ininterrotto di automobili che transitavano sul viale Leonardo da Vinci in entrambi i sensi di marcia. Quando è nata la Parrocchia e sono iniziate le iscrizioni al catechismo ci si è accorti di quante famiglie e quanti bambini fossero presenti nel territorio. Così tanti da formare cinque gruppi di catechismo, corrispondenti alle cinque classi elementari. Poiché la chiesetta di San Luca a Su Forti non era in grado di ospitare tanti bambini, le lezioni di catechismo si svolgevano presso la scuola elementare della Sacra Famiglia, in via Marco Polo. Così i bambini, ogni lunedì pomeriggio, occupavano le classi che li accoglievano al mattino per le lezioni scolastiche. Il sabato sera si assisteva tutti insieme alla S.Messa prefestiva al Fortino. Nella bella stagione la Celebrazione Eucaristica si svolgeva all’aperto.Sono ormai passati trent’anni da allora: i bambini sono cresciuti, le mamme sono diventate nonne, parte dei catechisti e delle catechiste, ormai avanti negli anni, sono andati “in pensione” ed alcuni ci hanno lasciato prematuramente. A questo punto non posso fare a meno di ricordare due catechiste, che oggi non sono più tra noi e che mi sono rimaste nel cuore perché hanno preparato mio figlio a ricevere i Sacramenti: Anna e Vittoria, entrambe madri di famiglia, dolci e disponibili con i bambini. Anna preparava delle torte favolose per le feste parrocchiali e per ogni circostanza, a tanti strati di crema, grandi ed invitanti. Di Vittoria ricordo quando si recava al Fortino a piedi, seguita a distanza dal suo cane pastore tedesco, grande e buono, che, chissà come, riusciva sempre a trovare qualche apertura nella recinzione per arrivare quatto quatto sul sagrato. Poiché si creava più scompiglio a mandarlo via che a lasciarlo lì dov’era, il cane assisteva tranquillo alla Celebrazione accucciato ai piedi di don Gianni in mezzo ai chierichetti.
Elisabetta