Carissimi parrocchiani,
La Quaresima, tempo liturgico molto caro alla Chiesa, è un “tempo di serietà”, che non esclude la gioia, anzi la presuppone e la esige. Le “pratiche quaresimali” non sono da vedere semplicemente in una prospettiva di mortificazione, quasi un soffocamento o una diminuzione della vita, ma in una dimensione di pienezza di vita. Lo stesso termine “mortificazione”, che oggi suona stonato a certe orecchie ultra sensibili a presunti attentati contro i valori umani, non costituisce una minaccia per la vita e per la gioia del vivere, ma è un invito al tendere a una vita piena di senso e a una gioia non banale, non effimera. Sarebbe più esatto parlare di “vivificazione”… Mortificarsi significa “dare la morte” a tutto ciò che in noi ostacola la vita, ne blocca lo sviluppo, la fioritura; a ciò che ci impedisce di realizzarci secondo il disegno di Dio. E questa operazione non è certo indolore. Le linee fondamentali della Quaresima sono sempre le stesse: conversione, culto interiore, pratica del perdono, opere di carità, silenzio e raccoglimento, potenziamento della vita interiore. Il digiuno, in questo tempo di grazia, non rappresenta un indebolimento o una perdita di energie, ma al contrario un accumulo di energie che danno un tono al nostro organismo spirituale. Il digiuno gradito a Dio infatti è quello che va a vantaggio dei poveri. Meditiamo a questo proposito la stupenda pagina di Isaia, cap. 58, 5-7. Le nostre mortificazioni volontarie attirano la benevolenza di Dio se non rimangono semplici privazioni, ma sfociano in atti d’amore, di attenzione, di servizio dei fratelli. Può essere utile, specialmente oggi, un certo digiuno televisivo, anche per evitare l’istupidimento provocato dalle micidiali “scatole a colori”… E si rivela indispensabile il digiuno della lingua (chiacchiere inutili, pettegolezzi, mormorazioni, giudizi taglienti nei confronti del prossimo, …). Infine il digiuno del corpo andrebbe accompagnato da un’alimentazione più sostanziosa a base di Parola di Dio. Che il Signore ci accompagni dolcemente, ma anche con qualche ruvido strattone, quando è il caso, lungo questo impegnati vo e liberante itinerario di preparazione alla Pasqua. Auguro a voi tutti un proficuo cammino e una buona Quaresima!
Don Paolo