La parola del parroco

Gennaio 2010
 

Carissimi parrocchiani, buon 2010!

Il nuovo anno, a livello diocesano, si apre con le fasi conclusive del Sinodo, aperto un anno fa nella Solennità dell’Epifania in Cattedrale. I nostri 6 rappresentanti (tre coppie) saranno presto chiamati a esprimersi sulle bozze del testo elaborato a livello centrale e il 7 febbraio ci sarà la conclusione ufficiale del Sinodo, con la consegna alle parrocchie della diocesi del testo che raccoglie il frutto del lavoro di un anno dei sinodali e delle commissioni appositamente costituite. Ci erano state poste alcune domande: quale Chiesa, quale prete, quale consacrato/a, quale famiglia il Signore vuole da noi? Potremo aggiungerne anche un’altra: quale parrocchia vuole il Signore? Papa Paolo VI, in un’ome-lia tenuta il 23 febbraio del lontano 1964, ci offre una riflessione molto densa, che può costituire anche un ottimo modo per prepararci a celebrare il 7 dicembre prossimo la meta dei 25 anni di vita della nostra parrocchia. Ve ne offro il testo per condividerne la riflessione. Di seguito le parole di Paolo VI: “Collabora, prega e soffri per la tua parrocchia, perché  devi  considerarla  come  una madre a cui la Provvidenza ti ha affidato: chiedi a Dio che sia casa di famiglia fraterna e accogliente, casa aperta a tutti e al servizio di tutti. Da’ il tuo contributo di azione perché questo si realizzi in pienezza. Collabora, prega, soffri perché la tua parrocchia sia vera comunità di fede: rispetta i preti della tua parrocchia anche se avessero mille difetti: sono i delegati di Cristo per te. Guardali con l’occhio della fede, non accentuare i loro difetti, non giudicare con troppa facilità le loro miserie perché Dio perdoni a te le tue miserie. Prenditi carico dei loro bisogni, prega ogni giorno per loro. Collabora, prega, soffri perché la tua parrocchia sia una vera comunità eucaristica, che l’Eucari-stia sia “radice viva del suo edificarsi”, non una radice secca, senza vita. Partecipa all’Eucaristia, possibilmente nella tua parrocchia, con tutte le tue forze. Godi e sottolinea con tutti tutte le cose belle della tua parrocchia. Non macchiarti mai la lingua accanendoti contro l’inerzia della tua parrocchia: invece rimboccati le maniche per fare tutto quello che ti viene richiesto. Ricordati: i pettegolezzi, le ambizioni, la voglia di primeggiare, le rivalità sono parassiti della vita parrocchiale: detestali, combattili, non tollerarli mai! La legge fondamentale del servizio è l’umiltà: non imporre le tue idee, non avere ambizioni, servi nell’umiltà. E accetta anche di essere messo da parte, se il bene di tutti, ad un certo momento, lo richiede. Solo, non incrociare le braccia, buttati invece nel lavoro più antipatico e più schivato da tutti, e non ti salti in mente di fondare un partito di opposizione!”

 

Don Paolo