Carissimi parrocchiani,
“La famiglia, il lavoro e la festa”. E’ questo il tema del VII Incontro mondiale delle famiglie che si è svolto tra la fine di maggio e l’inizio di giugno 2012 a Milano. Un tema intrigante, molto attuale, e che avrà certamente delle ricadute, in termini di riflessione e di elaborazione di progetti pastorali, per la Chiesa mondiale. Il magistero sociale della Chiesa ci ha insegnato che tutta l’attività umana appartiene all’ambito del lavoro. Non solo quella che viene remunerata dalla società, ma anche, quella che si offre gratuitamente come un dono alle altre persone e alla comunità a cui si appartiene. Tutte le persone lavorano sempre più di quanto siano retribuite economicamente. Se questo vale per tutti gli ambiti della vita sociale, a maggior ragione si applica alla famiglia, che gratuitamente ci insegna molti aspetti essenziali della vita. Il magistero sociale della Chiesa ci ha insegnato che il lavoro non ha solo una dimensione oggettiva in quanto produce beni commerciabili e scambiabili, che costruiscono il tessuto sociale, tanto a livello locale, come regiona-le e mondiale, ma anche una dimensione soggettiva, non commerciabile, che costruisce la nostra propria persona e che stimola la crescita della libertà per offrirsi agli altri, con rispetto e dignità.
È particolarmente urgente in questo nostro tempo ricordare che il giorno del Signore è anche il giorno del riposo dal lavoro. L’augurio del lavoratore cristiano è che esso sia riconosciuto come tale anche dalla società civile, così che sia possibile essere liberi dalle attività lavorative, senza venire per questo penalizzati. I cristiani vedono nel giorno del Signore anche il giorno del riposo dalla fatica quotidiana. Ciò ha un suo preciso senso, perché costituisce una relativizzazione del lavoro, che viene finalizzato all’uomo: il lavoro è per l’uomo e non l’uomo per il lavoro. È facile intuire la tutela che da ciò viene offerta all’uomo stesso, che risulta così emancipato da una possibile forma di schiavitù. Come ha avuto modo di affermare Benedetto XVI, «il lavoro riveste primaria importanza per la realizzazione dell’uomo e per lo sviluppo della società, e per questo occorre che esso sia sempre organizzato e svolto nel pieno rispetto dell’umana dignità e al servizio del bene comune. Al tempo stesso, è indispensabile che l’uomo non si lasci asservire dal lavoro, che non lo idolatri, pretendendo di trovare in esso il senso ultimo e definitivo della vita» (Sacramentum Caritatis, 74).
Dunque, lavoro, riposo e giorno del Signore: secondo l’insegna-mento della Chiesa è nel giorno consacrato a Dio che l’uomo comprende il senso della sua esistenza ed anche dell’attività lavorativa.
Buone vacanze e buona estate a tutti voi.
Don Paolo