Cari parrocchiani,
all’inizio di questo tempo pasquale, vorrei farvi partecipi di una esperienza illuminante che ho vissuto in questi giorni. Ho incontrato un amico che rientrava da un pellegrinaggio a Medjugorje: sprizzava entusiasmo da tutti i pori! Gli ho chiesto, quindi, scherzosamente: «Beh? Che hai visto? La Madonna?», e lui: «No, ma ho visto chi l’ha vista!». E mi son detto: «Ecco cosa vuol dire essere cristiani!». Sì, fratelli, il tempo di Pasqua è il momento più adeguato per dare a quelli che incontriamo la possibilità di fare la stessa esperienza del mio amico. Tutti possano dire, guardandoci: «Ho visto chi ha visto il Risorto!». Ecco la parola che ci accompagnerà in questo tempo: la testimonianza. Noi siamo testimoni dei prodigi che il Signore ha compiuto nella nostra vita, noi abbiamo fatto esperienza del Signore risorto e vivente in mezzo a noi, noi sappiamo chi è Gesù perché l’abbiamo incontrato, l’abbiamo riconosciuto nello spezzare il pane, abbiamo gustato la sua pace. Ma nessuno può dare ciò che non ha. Se pertanto non abbiamo visto Gesù, non possiamo neanche testimoniarlo credibilmente, non ci riesce perché forse non l’abbia-mo mai incontrato. E anche questo si vede! I musi lunghi, gli animi inquieti, gli spiriti insoddisfatti, le continue mormorazioni non dicono la testimonianza della Risurrezione, ma della passione; un po’ come i discepoli, fermi al Gesù morto benché avessero di fronte il Risorto…
La gente, invece, ha bisogno di vedere Gesù. Papa Francesco ormai è su tutte le reti televisive e su tutti i giornali in continuazione, fiumi di pellegrini accorrono a vedere il Papa. Perché? Non perché egli sia il Cristo, ma perché si vede che ha visto Gesù! E chi ha visto il Signore, ha il Suo Volto impresso su di sé.
Auguro a tutti che il tempo di Pasqua sia l’occasione propizia per dare testimonianza della propria fede a quanti incontriamo nella nostra quotidianità, affinché tutti possano dire: «A San Luca abbiamo visto il Signore!». Buona Pasqua!
Don Albino