La parola del parroco

Aprile 2006

Carissimi parrocchiani,

se c’è una caratteristica tipica della festa cristiana più importante che quest’anno celebriamo nel mese di aprile, cioè la Pasqua, questa è la gioia, la serenità, la pace del cuore. Tanto è vero che anche nel modo di dire comune, di una persona gioiosa si dice: “E’ contento come una Pasqua”. Ma qual è il senso della Pasqua? Qual è il senso di questa gioia, o quanto meno serenità interiore, che consente al credente di affrontare anche gli inevitabili episodi spiacevoli della vita? Per secoli, presso il popolo di Israele, il termine “pasqua” aveva significato il passaggio dalla schiavitù dell’Egitto alla libertà, il passaggio illesi attraverso le acque del Mar Rosso, e il passaggio dal poco o nulla del deserto all’abbondanza della terra promessa. Anche Gesù aveva celebrato, probabilmente per diversi anni, la ricorrenza della Pasqua ebraica con i suoi discepoli. Ma una notizia ha sconvolto per primi proprio i discepoli di quel Gesù crocifisso e morto il venerdì di quella settimana particolare. E’ stata portata loro “nel giorno dopo il sabato” da Maria di Magdala la quale, dopo aver visto che la grossa pietra che chiudeva il sepolcro era stata ribaltata e piangente perché credeva che qualcuno avesse addirittura portato via il corpo senza vita di Gesù, ha riconosciuto in quell’uomo che pensava fosse il custode del giardino proprio il suo Maestro Gesù, vivo, anzi risorto. L’evangelista e apostolo Giovanni ci riferisce che “la sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: ”pace a voi!” (Gv 20,19). Ecco la Pasqua degli amici di Gesù che dopo quei giorni tumultuosi a Gerusalemme, si erano dati appuntamento nel Cenacolo in cerca di tranquillità perché pieni di paura di fare la stessa infamante fine del loro Maestro.Gesù offre la pace a Pietro che lo aveva rinnegato qualche sera prima, a tutti coloro che lo avevano abbandonato nella via del Calvario; offre la pace a Tommaso che fatica ancora a credere; avrebbe offerto la pace anche a Giuda, se solo avesse saputo aspettare e voluto accettarla. Come vorrei che questo saluto di pace entrasse in ogni vostra casa (già lo è entrato per le famiglie che hanno accolto la benedizione), raggiungesse ogni vostro cuore, toccasse tutte le vostre umane situazioni e vi portasse il dono generoso che ricolma di speranza. A tutte le persone, piccoli e grandi, sani e malati, uomini e donne: la pace di Gesù Risorto appiani le asprezze e le realtà difficili e rinnovi la vita. A tutte le famiglie: il clima della Pasqua entri in ogni casa e risplenda sul volto dei genitori e dei figli, sulle persone sole a causa della morte del coniuge, e a tutti faccia gustare la rinnovata serenità interiore e concordia di chi si sa e si sente salvato, non da se stesso ma da un Altro. La pace donata dal Risorto non si è esaurita tempo fa! E’ ancora all’opera… Apriamo mente e cuore, dunque, e accogliamo il dono di Cristo: ne sarà trasformata la nostra vita e anche la storia umana, tanto travagliata, ne riceverà beneficio. E’ l’augurio più cordiale per tutti, è la speranza che ci viene da Gesù e che vorremmo, insieme con Don Alberto, condividere con ciascuno di voi. Buona Pasqua di Risurrezione a tutti!

Don Paolo