Carissimi parrocchiani,
nell’ultimo mese, presiedute dall’Arcivescovo, si sono svolte in ogni zona sinodale della Diocesi le assemblee con i rappresentanti di ogni Parrocchia, che avevano il compito di riferire i risultati del questionario proposto per il Sinodo Diocesano: quale Chiesa, quale prete, quale religioso/a, quale famiglia il Signore desidera? Probabilmente anche a causa di una variante nella formulazione delle domande, a molti sarà parso che si lasciava ampia possibilità di attingere al “libro dei sogni”. Perciò alla richiesta “quale prete (e frate) vorresti?”, a noi sacerdoti della Forania di Quartu è venuto spontaneo sintetizzare le risposte riferite, tra il serio e lo spiritoso, più o meno così: “Vorremmo un prete che abbia lo spessore culturale di S. Tommaso d’Aquino, ma anche la semplicità del Santo Curato d’Ars nella cura delle anime; che abbia l’amore di S. Vincenzo de Paoli per i poveri; la passione di Don Bosco per la gioventù; la sobrietà e l’amore di S. Francesco d’Assisi per la povertà; l’ardore missionario di S. Francesco Saverio; la capacità comunicativa di S. Francesco di Sales. Se poi il prete è pure simpatico, giovane – sa dare due calci ad un pallore – ed è anche bello, tanto meglio!”. Per le religiose, le cose non sono andate meglio: “Vorremmo una suora come Madre Teresa di Calcutta”…Quasi quasi verrebbe da riconsegnare il mandato al Vescovo, o direttamente “al Principale”, da dimettersi insomma, adducendo come motivo: “forse non sono la persona giusta!” E non è che a proposito della richiesta su “quale famiglia vorresti?” le cose siano andate molto più per il sottile… Sempre tra il serio e lo spiritoso, le risposte potrebbero essere sintetizzate più o meno così: “Vorremmo una famiglia come la sacra Famiglia di Nazareth. Così basta …e avanza!”
"Famiglia, diventa ciò che sei!": con questa esclamazione Giovanni Paolo II nel 1981 invitava le famiglie del mondo intero a ritrovare in sé stesse la propria verità e a realizzarla in mezzo al mondo. E 20 anni dopo, in un mondo minato dallo scetticismo, il Papa incoraggiava le famiglie a riscoprire questa verità su sé stesse aggiungendo, "Famiglia, credi in ciò che sei!"
Queste parole del Servo di Dio, di cui il 2 aprile abbiamo ricordato il quarto anniversario del suo ritorno “alla casa del Padre”, mi suggeriscono una riflessione che propongo a tutti voi, carissimi parrocchiani: l’attenzione per ciò che vorremmo che facesse il prete, il frate, la suora, la famiglia cristiana, non distolga il nostro sguardo da ciò che questi “sono”, così come sarebbe bello che credessimo maggiormente alla dignità che ci è stata data nel comune battesimo ricevuto: quella di essere figli di Dio! Credere in quel che siamo, può aiutarci a “fare” quel che siamo.
Auguro a tutti di sperimentare la grazia di essere figli salvati dalla Pasqua di Cristo!
Don Paolo