Carissimi Parrocchiani,
Avevamo iniziato la preparazione spirituale alla Festa di San Luca con le catechesi tenute da Padre Maurizio Teani e con la “affascinante” omelia alla messa di sabato 18 presieduta da Don Roberto Maccioni, per arrivare alla messa in spiaggia del 19, presieduta da Don Tore Ruggiu. La presenza dei tre sacerdoti mi risulta sia stata tanto apprezzata, perchè ognuno a suo modo ha contribuito a farci vivere l’intensità della Festa Patronale. Persino il tempo quest’anno è parso venirci incontro, regalandoci una bella mattina di sole che ci ha permesso di celebrare la messa in spiaggia senza la pioggia o il vento gelido degli scorsi anni, e consentendoci di poter svolgere il torneo di bocce (novità di quest’anno), il torneo di calcetto e il saggio di pattinaggio all’aperto. Anche la settimana seguente, tutto sommato la pioggia ci ha graziato, consentendo di effettuare la pedalata giusto in tempo. L’acqua che era rimasta bloccata in cielo è poi venuta giù come una furia la mattina del 22: noi, nella zona del Margine Rosso, siamo stati anche questa volta graziati, ma quanta distruzione nella zona di Capoterra e nell’hinterland cagliaritano! La conta dei danni è ancora lontana dal poter essere fatta, ma il prezzo pagato in vite umane è molto alto: sono morte 5 persone travolte da torrenti d’acqua… Non possiamo non pensare a queste persone, ai loro familiari inconsolabili per una perdita avvenuta in modo così assurdo. Tanti poi in questi mesi vivranno lontano dalle loro abitazioni, costretti a abbandonarle perché inagibili: penso allo schok di chi, adulti ma anche piccoli, ha assistito impotente all’invasione della propria casa, con tutto ciò che contiene, da un muro di due metri di acqua e fango, che ha lasciato dietro distruzione, o ha visto la sua auto trascinata dall’acqua killer… Non è il caso di aggiungersi ai tanti che hanno espresso le loro sensate polemiche sul perché si sia giunti a questa tragedia. Il dramma ci ha fatto anche toccare con mano la solidarietà di tanti, tra amici e volontari, che si sono (è proprio il caso di dirlo) “sporcati le mani” nel fango per soccorrere i più colpiti dall’alluvione. Questa è la lezione che merita di essere seguita con cura. E speriamo che, passata l’emergenza, una volta chiarite le responsabilità, si corra ai ripari molto presto, per scongiurare il ripetersi di una simile tragedia.
Don Paolo