Carissima comunità,
Buona Pasqua! In questo tempo così intenso abbiamo vissuto in maniera splendida il cuore dell’anno liturgico e il cuore della nostra fede: la Settimana Santa! Così come ho potuto ripetere in più circostanze: Grazie! Grazie di essere questa comunità e di regalarmi tutti questi doni che Dio continua a mettere nel mio cammino! Tra i tanti impegni di queste settimane, le benedizioni delle case e la preparazione delle prime Comunioni non sono riuscito a scrivere un articolo preciso per questo numero del giornalino. Però ho pensato di condividere con voi l’omelia-preghiera che ho pronunciato il Venerdì Santo. Da quella croce sgorga il desiderio di resurrezione e di vita nuova. Sentiamoci tutti amati e invitati alla vita nuova. Cristo è risorto ed è vivo in mezzo a noi.
Buona Pasqua a tutti!
Stavano presso la croce di Gesù, sua madre e altre donne.
Siamo noi ora sotto la tua croce.
Siamo noi Gesù. È il momento della tua spogliazione, ma in realtà è il momento anche della nostra spogliazione. Qui sotto la croce ci troviamo nudi. Qui, guardando il tuo volto ci sentiamo consolati nelle nostre vergogne e nelle nostre ferite.
Qui, sotto la croce, anche se siamo in silenzio, vorremmo gridare tutte le nostre paure, senza vergogna.
Gesù, ho paura di non farcela.
Ho paura di non essere un buon padre, una buona madre, una sposa o uno sposo ancora innamorato.
Ho paura di non essere un buon figlio.
Ho paura di non essere un buon cristiano, un buon testimone.
Ho paura di non sapere più scegliere nella mia vita.
Ho paura di sbagliare e fare del male.
Ho paura di non riuscire ad essere amico, ho paura di perdere i miei amici.
Ho paura di non trovare lavoro, di non avere la costanza nello studio.
Ho paura di deludere…deludere chi mi ama.
Ho paura perché non so come fare davanti alla sofferenza di chi mi sta accanto.
Ho paura di soffrire.
Ho paura di non essere capito e di rimanere solo.
Ho paura di perdere gli affetti più cari. Ho paura della solitudine.
Signore Gesù, ho semplicemente paura. Come un bambino che ha paura del buio.
Sono qui sotto la tua croce a dirti che ho paura.
E tu da quella croce mi dici: “Ho sete”, “Ecco la tua madre”, “Ecco il tuo figlio”.
Sembra che non ti importi della mia paura…e invece…In qualche modo mi stai dicendo che anche tu hai paura di rimanere senza il mio amore per te. Hai sete del mio amore.
Anche tu hai paura per me e allora non mi lasci solo. Mi doni una madre, un amico…anzi, mi doni te stesso.
Mi fermo a guardarti.
Nell’angoscia della paura mi fai capire una cosa. Con quel capo chino mi dici: “non sei solo…ci sono io con te”.
La mia paura si incontra con la tua paura e tutto diventa amore. Tutto diventa amicizia. Tutto diventa un esserci. Questa croce è solo un passaggio. Questa croce è il segno di un miracolo che tu, qui ed ora, realizzi ancora.
Quel bambino che aveva paura del buio, ora si sente preso per mano, una mano che trasuda amore. Ora non ha più paura perché sa che può poggiare il suo capo sul tuo petto e sentirsi al sicuro.
Non sono solo Gesù, tu sei qui con me.
Donda