La parola del parroco

Gennaio 2023

Natale 2022

Diede alla luce il suo figlio e lo depose nella mangiatoia.

Non c’era posto per loro nell’alloggio.

Un angelo del Signore si presentò ai pastori.

Queste sarebbero le grandi gesta di un re che viene a salvare il mondo?!

Questo sarebbe l’inizio di una grande storia?!

Scusami Signore, ma non ti capisco. E non capisco questa strana tua lentezza.

In questo Natale dove tutto si muove con energica frenesia tu sei lento, Signore. Non sei al passo con i tempi!

Nasci nella notte, quando non ti sente nessuno.

Gli angeli ti annunciano ai pastori: gente povera, lenta nel capire, strani modi.

Che lentezza…nascere in una mangiatoia e nella solitudine di un uomo e una donna che vengono lasciati soli in quello che sarebbe dovuto essere il momento più bello della loro vita: la nascita di un figlio.

Che lentezza, Signore…vederti crescere e non operare subito i grandi miracoli che avrebbero cambiato l’umanità.

Che lentezza, Signore…decidere di guarire alcuni e non altri; lasciare le 99 per una; perdonare 70 volte 7; parlare a degli amici che poi ti avrebbero tradito e lasciato solo; chiamare beati coloro che piangono e sono misericordiosi.

Che lentezza, Signore…scegliere un misero pezzo di pane e un sorso di vino per dirci che lì saresti stato tu presente e vivo per sempre.

Che lentezza, Signore…davanti ai drammi dei conflitti e tu non fai nulla; davanti a tanti giovani smarriti nel cuore, nel lavoro, nelle scelte; davanti a famiglie in crisi d’amore; davanti a ciò che l’umanità sperimenta tutti i giorni cadendo a terra e sporcandosi di quella polvere da cui tu stessa l’hai risollevata.

Che lentezza, Signore…non ti accorgi di essere lento? Perché sei venuto tra noi in questa notte, con questa pace così silenziosa? Perché arrivi tra noi dopo che abbiamo camminato nelle tenebre, con lacrime e sudore, in attesa di vedere una grande luce? Perché sei così lento e non agisci?

Davanti a questa inerme lentezza mi fermo e rifletto.

Stai sbagliando tu, Signore, o forse io?

L’amore può essere lento?

Il tuo sguardo che chiama può essere lento?

La tua mano tesa a salvarmi può essere lenta?

In realtà no…tu sei nato in una notte per portare luce in quella mia notte che, con lentezza, faccio fatica a riconoscere. Tu sei nato in una notte perché nel silenzio potessimo sentire quel pianto del bambino che fa battere i cuori, anche quelli senza più speranza. Tu sei nato in una notte perché è il momento in cui siamo più deboli, senza quei trucchi di cui ci riempiamo durante il giorno.

Tu sei nato nella notte per portare ora la tua luce.

A me che piango.

A me che sorrido.

A me che sogno.

A me che costruisco.

A me che dubito.

E quella luce non è lenta! Il tuo amore non è lento!

Sei nato ora per rimanermi accanto sempre.

Non sei tu lento, sono io incapace di vederti.

Ma quando mi accorgo…capisco che sei qui come Consigliere, Padre, Principe della pace.

Non sei tu lento…è la nostra umanità lenta a fare come hai fatto tu con noi: chinarti tra le nostre povertà. Scusaci per la nostra lentezza.

Ecco perché siamo di nuovo qui…a farci avvolgere ancora una volta in fasce con te e da te; quelle fasce che confortano e danno speranza.

Te lo chiediamo: nasci ancora per noi, muori ancora per noi, risorgi ancora per noi, sii ancora pane per noi…ama ancora noi.

Ci fermiamo e ti guardiamo. Facciamo lo stesso che hanno fatto Maria, Giuseppe e i pastori: ti hanno accolto nella mangiatoia della loro vita perché hanno compreso che in quel poco c’era il tutto.

Nessuna fretta, nessuna lentezza…ci basta solo che tu sia qui, per noi.

Donda