Carissima comunità,
che bello poterci ritrovare tra queste righe, immagini, racconti e storie presenti in questo nuovo numero del giornalino che ci permette di riportare alla memoria i mesi passati e ricchi di emozioni e vita vissuta in comunità. Nelle pagine che seguiranno verranno ampiamente raccontate le esperienze estive dei nostri ragazzi e delle famiglie che si sono lasciate coinvolgere in un grande e impegnativo lavoro di annuncio. Sono ormai convinto che l’estate stia diventando sempre di più per la nostra comunità un prezioso tempo di semina che ci vede tutti coinvolti nel servizio e nella preghiera; un tempo fatto di incontro, educazione, annuncio, servizio reciproco tra giovani e adulti, esperienza di gioia per tantissime famiglie che si riavvicinano ai percorsi ecclesiali. Dobbiamo tutti ringraziare il Signore per questi immensi doni della sua Provvidenza che ci sta elargendo a piene mani. In tanti, che passano per la nostra comunità non fanno altro che complimentarsi per i tanti giovani che la frequentano anche nelle varie celebrazioni festive: come non essere orgogliosi di tutto questo? Ma il cammino, ovviamente, riguarda tutti! In questo mese di settembre mi sono permesso di ascoltare, incontrare e provare a verificare ciò di cui la parrocchia ha ancora bisogno e spero di poterlo ancora fare con chi lo vorrà. Abbiamo già iniziato ad avviare qualche programmazione riguardante la catechesi, la liturgia, l’oratorio e la carità. Ma tanto c’è ancora da fare! Abbiamo una grande sfida davanti: quella di un tempo nuovo. Un tempo dove, attualmente, le restrizioni, le paure e le tante limitazioni, che ci hanno caratterizzato in questi ultimi anni, stanno pian piano scomparendo. Questo ci permette di recuperare ciò che non abbiamo più potuto vivere ultimamente: lo stare TUTTI insieme. In questi giorni ricordo quel famoso 13 ottobre del 2018 quando entrai in parrocchia; il primo anno di osservazione; il secondo anno di avvio di tanti progetti interrotto bruscamente dal lungo e difficile periodo del covid. Insomma, sembra, anche a me, di poter ripartire insieme a voi per poter sognare una grande comunità nella gioia, in Lui e con gli altri. Tutto questo ci permetterà di ritrovarci insieme, piccoli e grandi, nei vari appuntamenti per la festa di San Luca, nelle gite, nelle serate condivise. La celebrazione della messa continuerà ad essere il punto centrale di tutta la nostra vita, ma sentiamo il desiderio di stare ancora insieme soprattutto per le tante persone un po’ più grandi che vedono nella nostra comunità un luogo dove poter sperimentare ancora tanta gioia condivisa. Spero che le tante occasioni che nasceranno potranno essere vissute da tutti con uno spirito di condivisione per sentirci tutti parte di un’unica comunità. Spero anche, nei prossimi mesi, di avviare dei momenti di incontro e di allegria dedicati proprio ai più grandi e percorsi di formazione cristiana per coloro che, invece, vorranno approfondire la propria fede. Tra paure sociali e crisi economiche, con accanto i terribili rumori di conflitti che fanno tremare i nostri cuori credo che ciascuno di noi debba essere sempre più SERVITORE DELLA SPERANZA. Uso, per tutti noi, questa bellissima espressione “rubandola” dall’omelia che il nostro Arcivescovo ha fatto in occasione dei funerali del caro don Gianni Paderi (per cui preghiamo ricordando anche tutta la comunità di Santa Maria degli Angeli): sono rimasto colpito proprio perché mi sono sentito spronato in prima persona ad essere servitore di questa speranza che Cristo ci chiede di testimoniare ogni giorno. Vale per me come prete, ma credo valga, ogni giorno, per ciascun cristiano. Se non ci mettiamo a servizio della Speranza, rischiamo di entrare nel clima di tristezza, arresa, sfiducia, accusa e malcontento che spesso ci caratterizzano. La parola del Vangelo di Luca di queste ultime domeniche non fa altro che ravvivarci in questa direzione: i tentativi dell’amministratore disonesto di riprendersi una speranza di salvezza; il povero Lazzaro che cerca anche le briciole per potersi sfamare; l’essere servi inutili pronti continuamente a rimettersi in gioco per ciò che il Signore riterrà necessario per noi. Questa è la sfida che vorrei contagiasse tutti noi come comunità: dai bambini ai giovani, dalle coppie alle famiglie, dagli adulti agli anziani, da chi si mette a servizio a chi il servizio lo condivide nel silenzio. SERVITORI DELLA SPERANZA. Tutti, nessuno escluso. Saremo cristiani felici, pronti a compiere la sua volontà, senza musi o paure, ma uniti nella forza e nella gioia di chi si lascia continuamente amare. Accettiamo, dunque, questa sfida.
Donda