La parola del parroco

Gennaio 2021

Carissima comunità,

Auguri! Auguri per un Santo Natale e un buon Anno Nuovo! Sono state feste davvero particolari, non lo possiamo negare! Tante e giuste restrizioni, limiti ancora più serrati in chiesa e nelle strade, festeggiamenti in casa limitati…insomma un Natale diverso. Ma vi siete accorti di una cosa? Il Signore Gesù è nato lo stesso! Siamo troppo abituati a vivere le feste aspettando che tutto vada bene; spesso mi capita di sentire qualche coppia di fidanzati, o qualcuno che deve celebrare il battesimo del proprio figlio, dire di voler aspettare per le loro celebrazioni tempi migliori, e questo non solo in riferimento alla pandemia. Ma qual è il tempo migliore per celebrare le nostre feste? Se guardiamo la nostra vita difficilmente troviamo un tempo migliore o il tempo perfetto in cui poter dire “ogni cosa mi sta andando alla perfezione…quindi posso far festa”. Il Signore non aspetta i nostri tempi migliori per donarci la Sua festa. Questo perché il tempo è migliore solo nella misura in cui Lui trova spazio. Questo Natale non appartiene di certo alla categoria dei nostri tempi migliori, ma possiamo ben dire che con Lui, e proprio grazie a Lui, questo Natale è stato migliore. Egli viene ad abitare in mezzo a noi che non siamo né perfetti né migliori di altri, ma proprio per questo abbiamo bisogno di accoglierlo, di farlo nascere nel nostro cuore, di lasciarci incontrare. L’attesa del cristiano non è infinita, nella speranza di un giorno migliore; ma l’attesa del cristiano è finita nel momento in cui Dio, l’Infinito, ha deciso di incontrarci. Questo è stato il Natale… questa è la nostra storia. Mettere tutto nelle sue mani, affidarci a Lui e camminare con Lui. Questo è stato il 2020 e questo sarà il 2021…se davvero riconosciamo che con Lui il tempo è migliore. Certo, spesso da soli diventa più difficile. Maria aveva la grazia dello Spirito e accanto a lei aveva Giuseppe; Giuseppe aveva Maria; insieme hanno avuto accanto a loro i pastori e i Magi….tutte esperienze di solidarietà e comunità. Nessuno è rimasto solo. Permettetemi di dire che nemmeno io sono rimasto solo in queste feste così particolari per me. Come ben sapete, ho sperimentato anche io ciò che in molti ormai hanno vissuto o stanno vivendo: l’aver contratto il Covid-19. Sono risultato positivo per quasi un mese, e con me tutta la mia famiglia. Abbiamo passato momenti di grande paura, difficoltà, lontananza fisica, incertezza…ma vi posso garantire una cosa: non siamo rimasti soli. Isolati fisicamente, ma circondati da una miriade di persone. Mi sono sentito amato, preso per mano, accompagnato, sostenuto da tutti i miei familiari e da tutta la mia comunità. Sì! Vi siete rivelati ancora una volta come una grande famiglia che nulla mi ha fatto mancare, e non solo materialmente. Ho fatto la scelta di vivere il mio isolamento in casa parrocchiale. Segno di una vicinanza che è possibile. Quelle tende aperte, la serranda sollevata, luci accese…l’attesa quotidiana di vedervi passare all’uscita dalla chiesa per un saluto, un augurio, un gesto di vicinanza. Posso semplicemente dire: esperienza unica che mi porterò nel cuore. I tanti messaggi, le chiamate, le sorprese, i regali, tutto ha contribuito a far sì che ci sentissimo un “solo corpo e un solo spirito”. Sapere che con voi c’era don Andrea è stato poi l’altro motivo di gratitudine e serenità: era come se ci fossi io. E anche questo ha contribuito a far sì che potessi vivere questo momento con più serenità e pace. Sì, posso attestare di aver vissuto queste feste nella pace. La pace di chi si sente amato da Dio e dalla sua sposa che è la comunità. La pace di chi prova quotidianamente a mettersi nelle Sue mani e ad affidarsi alla Sua Provvidenza. Con queste mie parole non vorrei assolutamente sminuire coloro che affrontano questo virus con molta più sofferenza perché capisco che ogni situazione ha la sua buona dose di fatica, ma vorrei solo invitare tutti a credere nella forza della preghiera, della comunità e della Provvidenza. In questi mesi ci siamo impegnati tanto, come comunità, a rispettare tutto ciò che ci sarebbe stato utile per evitare qualsiasi forma di contagio. Personalmente, non mi pento di essere stato anche abbastanza rigido con l’impegno del rispetto delle norme di sicurezza nel nostro vivere insieme: questo ha fatto sì che, in questa circostanza, io non abbia contagiato nessuno. E credetemi: era una delle mie più grandi paure insieme a quella del rischio di dover chiudere l’intera chiesa. Lo ribadisco a tutti, anche a quelli un po’ più scettici: ancora di più oggi, dopo aver visto, a distanza e senza poter far quasi nulla, la paura nel volto dei miei cari, siamo chiamati con tutte le nostre forze ad aver CURA DEL PROSSIMO anche a partire da semplici e importanti attenzioni. Essere responsabili è un dovere di tutti e soprattutto di noi cristiani! Il Papa ha voluto dedicare questo nuovo anno a San Giuseppe: proprio a lui, chiamato ad essere responsabile di un qualcosa che non era suo, ma che era stato messo nelle sue mani. Ancora di più questo particolare periodo di Natale-2020 mi ha insegnato cosa voglia dire far parte di una comunità-famiglia e come sia importante la VERA CURA gli uni per gli altri. San Giuseppe, aiutaci ad essere responsabili! Aiutaci a custodire Cristo e la sua sposa, la Chiesa!

Grazie davvero a tutti! Buon 2021.

Donda