La gita di Pasquetta

Maggio 2016

Lunedì 28 marzo ore 8.15, via Nora lentamente si anima e prende vita...arriva una corriera e, guarda un po’, c’è anche don Albino! Allora non mi sono sbagliata, anche quest’anno Pasquetta è arrivata! Eccoci: siamo pronti per una nuova avventura.Tutti a bordo, le porte si chiudono e la corriera scivola dolcemente verso la 554 e verso la nostra meta. Benedizione e Lodi mattutine per iniziare al meglio il nostro viaggio e poi assoluto relax. Tra una battuta, una risata e una cantatina con l’accompagnamento di Luca, chitarrista del giorno, in men che non si dica si avvicina il momento della classica “sosta liberatoria”. Dopo un caffè, un cappuccino, una brioche e una “telefonatina urgente” riprendiamo il viaggio verso Aritzo, località situata in una delle parti più incontaminate e suggestive del cuore della Barbagia di Belvì. È noto in tutta la Sardegna come centro di villeggiatura montana sia estiva che invernale vista la posizione strategica ai piedi del monte Gennargentu a 800 m sul livello del mare. Aritzo deve l’origine del suo nome alle notevoli quantità di sorgenti naturali come la fonte “is Alinos” frequentata per le sue proprietà diuretiche e la sorgente naturale “funtana de Sant’Antoni” particolare per le sue acque leggere. Mentre percorriamo gli ultimi chilometri, prima di arrivare a destinazione, davanti ai nostri occhi si apre uno spettacolo davvero suggestivo: le cime del Gennargentu imbiancate di neve si stagliano nel cielo terso e l’aria è decisamente frizzantina. Al nostro arrivo le suore della casa di riposo “Monsignor Angioni”, tra cui suor Giulia, hanno organizzato un vero e proprio comitato di accoglienza (mancava solo la banda!) imbandendo un tavolo di dolcetti, di ogni tipo di bibite e ...potevano mancare? Un vassoio pieno di ovetti pasquali...molto gradito. Attrazione principale del paese è un museo etnografico provvisoriamente collocato nei locali del pianterreno della scuola. È formato da singole stanze che ospitano un patrimonio straordinariamente ampio e vario delle attività più rappresentative della cultura barbaricina. Una guida ci ha spiegato e aiutato a comprendere il percorso del museo che si articola in due sezioni. La prima ospita una rassegna di costumi maschili e femminili e una collezione di maschere locali tra cui “su mamutzone”, “s’ulzu” (l’orso) e “sa maltenica” (la scimmia), tutte realizzate con pelli di capra e di pecora. Nell’altro spazio, il materiale esposto fa parte della tradizione agro-silvo-pastorale e così troviamo gli attrezzi del contadino, del boscaiolo, del falegname, del fabbro e del bottaio, ma anche oggetti relativi alla tessitura e all’artigianato; interessanti gli strumenti dedicati alla lavorazione delle candele. Poi c’è un settore dedicato interamente alla produzione della “carapigna”, sorbetto al limone che un tempo veniva confezionato con la neve raccolta sui monti e conservata nelle “neviere”, profonde fosse ricoperte di paglia. Aritzo, infatti, famosa per l’industria delle neve, per ben 5 secoli rifornì di ghiaccio tutta la Sardegna. Chiude il percorso la ricostruzione della cucina tradizionale con il camino a fuoco centrale e arredata con tutti gli attrezzi originali  dell’epoca. Il museo ricostruisce con particolare accuratezza gli ambienti tipici della civiltà contadina e pastorale e le attività artigianali e commerciali legate alla cultura barbaricina. Tra gli oggetti esposti una raccolta di cassapanche tutte intagliate a mano, una sorbettiera in stagno del XVII° secolo e un torchio per vinacce realizzato a mano in legno di rovere. Museo veramente bello e interessante, però il tempo passa e un certo languorino comincia prepotentemente a farsi sentire...è giunta l’ora di rifocillarsi. Suor Giulia, oltre a organizzare il benvenuto, si è preoccupata di trovarci un posto per mangiare al riparo, in caso di pioggia, e così ci accompagna in una chiesetta poco lontana situata in una collinetta. In poco tempo sotto il  porticato viene allestito un tavolo e comincia la danza...gnocchetti, salciccia, coniglio, arrosto di vitello, torte salate, insomma di tutto e di più sembra il menù di un ristorante a 5 stelle e non di un “pranzo fuori porta”. C’è anche una meravigliosa torta di compleanno perché Alessandra ha festeggiato i suoi primi...anni. Poi tutti sazi un meritato riposo. Il tempo di qualche strimpellata, qualche foto e poi di nuovo in marcia. Siamo tornati alla casa di riposo dove don Albino ha celebrato la Santa Messa. Prima di accomiatarci ringraziamo le suore che, ciliegina sulla torta, ci hanno preparato un caldo caffè ristoratore. Poi tutti a bordo si ritorna a casa. Rientro molto silente poiché quasi tutti hanno schiacciato un lungo pisolino, forse stanchi ma soddisfatti e appagati per la bella giornata appena trascorsa. Un caldo e sentito grazie a tutti; allora siete pronti a ripartire per la prossima Pasquetta? Beh il tempo passa in fretta e non vorremmo farci trovare impreparati! A presto

 

Rita Revello