La Conferenza vincenziana

Marzo 2006

Chissà quante volte abbiamo sentito dire che servendo il povero si serve Gesù, ma è anche vero che chi aiuta un povero, chi fa un atto di carità verso i più bisognosi, incontra Gesù. Quando riusciamo ad alleviare a qualcuno la sofferenza, i primi ad averne un beneficio siamo proprio noi  i benefattori. Ci si sente utili, leggeri, con le ali ai piedi quando si può far qualcosa di buono per gli altri. Questo mese una nostra assistita ha partorito un bel bambino e, trovandosi in difficoltà, ci ha chiesto aiuto, aveva bisogno anche del corredino per il neonato, noi ci siamo dati da fare, passando parola abbiamo recuperato un bel corredino anche grazie all’aiuto di suor Luciana che conoscendo tanti giovani mamme ci ha dato una grossa mano. In ognuno di noi c’è il desiderio di aiutare gli altri, molte volte non ci si pensa che a qualcuno può mancare il necessario, ma basta poco per far scattare in noi la solidarietà. Il compito di ogni buon Vincenziano è la semplicità, l’umiltà, il rispetto, la discrezione e l’ascolto. La discrezione perché i poveri non hanno solo  bisogno del pane, ma tante volte ci sono in famiglia delle situazioni davvero pesanti e loro con noi si confidano e si sfogano. Vogliono consigli, ma soprattutto hanno bisogno di essere ascoltati, Noi ci interessiamo della loro salute e delle loro vicende familiari.

Graziella