La catechesi

Luglio 2023

Il tema del CRE di quest'anno portava come titolo "Tu X Tutti"; il sottotitolo, che sempre si rifà a un versetto biblico, riportava la domanda che, nel Vangelo di Luca, un dottore della Legge rivolge a Gesù per metterlo alla prova: "E chi è il mio prossimo?". Questa semplice domanda consente a Gesù di narrare subito dopo la parabola del buon samaritano, la storia di un uomo che era considerato reietto dalla società ebraica dell'epoca, ma che invece è il primo a prendersi cura di un ferito trovato lungo la strada, nonostante in molti lo avessero notato ma fossero passati oltre. Questa domanda, "E chi è il mio prossimo?", ha interpellato i cuori dei numerosi partecipanti al CRE della nostra parrocchia, che lungo le quattro settimane di giochi, attività e amicizia hanno anche avuto l'occasione di fermarsi, ascoltare e riflettere sui diversi aspetti del mettersi al servizio dell'altro. Questa finalità è stata perseguita attraverso l'incontro dei ragazzi con quattro personaggi differenti, uno per ogni settimana, testimoni di diversi modi per prendersi cura del proprio prossimo. A ogni personaggio sono stati legati una citazione biblica, alcune attività, un simbolo e una card, consegnata a tutti i ragazzi al termine della settimana come ricordo del personaggio incontrato insieme. Nella prima settimana di CRE, i ragazzi hanno incontrato don Bosco, il santo torinese protettore dei giovani e inventore di una nuova modalità di fare oratorio, basata sui tre pilastri di allegria, studio e preghiera. A lui è stata legata la frase: "Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, lo avete fatto a me" (Mt 25,40): don Bosco ha infatti aiutato i ragazzi più sfortunati e poveri della Torino ottocentesca, che necessitavano di un lavoro, di una casa, ma soprattutto di amicizie e di conoscere di più l'amore di Dio per loro. A lui durante il CRE è stato legato il simbolo del salvagente: nel mare delle difficoltà e dei disagi che opprimono, ha offerto una salvezza a centinaia di giovani che a lui si sono affidati e, tramite lui, si sono affidati al Padre senza paura. Nella seconda settimana di CRE i ragazzi hanno incontrato la determinata figura di Santa Teresa di Calcutta, modello di carità e attenzione verso le più disparate povertà. La conoscenza di questa Santa è avvenuta attraverso alcune citazioni tratte dalla sua esperienza e da alcuni fatti capitati durante la sua vita: lei stessa disse che il bene che facciamo non è che una goccia nell'oceano, ma se tutti insieme mettiamo le nostre gocce di bene nell'oceano possiamo distinguerci dal resto, fare la differenza, essere veramente autentici con l'aiuto di Dio. E a proposito di Dio, come la stessa Madre Teresa disse, non siamo che matite nelle sue mani, le quali da sole non servono a nulla, ma se prese da una mano sapiente possono scrivere grandi meraviglie. Infine, la frase che ha cambiato la vita di Madre Teresa, quel "Ho sete!" che Gesù disse sulla croce, nel momento più duro della sua vita terrena: quanti poveri, quanti affaticati, quanti oppressi si riconoscono in questa frase, e chissà da quante persone Madre Teresa ha sentito dire le medesime parole! Le catechesi dedicate alla Santa di Calcutta sono poi state impreziosite dall'opportunità rarissima di avere tra noi due suore di Madre Teresa, provenienti dalla casa dove operano nel quartiere di Sant'Elia a Cagliari: queste suore infatti, per scelta di umiltà, concedono poche volte delle interviste, e la loro presenza in mezzo a noi è stata così una opportunità assolutamente preziosa e immensa. Ascoltare le loro parole, le loro storie e le esperienze che hanno vissuto con la stessa Madre Teresa hanno aperto gli occhi a tutti sulle povertà che ci circondano ogni giorno, donandoci la forza di rispondere coraggiosamente a esse. Come simbolo legato alla Madre è stata pensata l'àncora, perché anche noi possiamo diventare sostegno per chi è in difficoltà, così come l'àncora diventa una sicurezza nelle situazioni più difficili. La frase del Vangelo legata a Madre Teresa è stata la seguente: "Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio" (Mt 5, 9). La terza settimana ha visto la presenza tra i ragazzi del Buon Samaritano, che ha raccontato la sua storia e ha condiviso fin da subito il suo simbolo con i ragazzi: il cannocchiale, strumento per avere uno sguardo più profondo, per scendere più in profondità e scorgere le fatiche di chi ci circonda con l'aiuto di Dio. Proprio tramite il personaggio del Buon Samaritano si è svolto uno dei momenti più importanti di tutto il CRE: l'Adorazione Eucaristica in parrocchia, in occasione della quale i ragazzi hanno presentato a Gesù i nomi di diverse persone delle quali desiderano prendersi cura, come ha fatto il Buon Samaritano. A lui è stata legata la frase: "Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui" (Lc 10,34). Infine, durante la quarta e ultima settimana di CRE, i bambini hanno incontrato San Giuseppe, custode della famiglia e silenzioso guardiano, che si è preso cura di Maria e di Gesù. Anche nelle famiglie infatti abbiamo ogni giorno numerose occasioni per scoprire sempre di più chi è il nostro prossimo! Tramite San Giuseppe, i bambini hanno infine scoperto di essere loro stessi un tesoro prezioso nelle mani di Dio, nelle mani di Gesù: essendo custodi di questo rapporto così prezioso, ciascuno può così farsi custode della preziosità dell'altro. A San Giuseppe è legata la  frase: "Gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: 'Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo" (Mt 1,20)."E chi è il mio prossimo?": i testimoni del CRE di quest'anno ci hanno mostrato in diversi modi che è possibile e anche bello prenderci cura dell'altro: sta a noi seguire le loro orme e imparare da Dio a farci sempre più prossimi verso il nostro prossimo

Antonio Perra