L’atmosfera di festa che ha caratterizzato la Domenica delle Palme lascia sempre lo spazio al silenzio del Triduo Pasquale, nel quale contempliamo con maggiore attenzione fino a che punto il Signore ci ha amato. Il primo passo del triduo è il Giovedì Santo, con la celebrazione “in coena Domini”: quest’anno si è svolta all’aperto negli spazi sul retro della parrocchia, approfittando delle sedie già sistemate precedentemente per la Domenica delle Palme. Due segni hanno caratterizzato in modo significativo questa celebrazione: la lavanda dei piedi e la processione verso la Reposizione, nella quale il Santissimo rimane fino al giorno seguente e alla quale i fedeli possono recarsi in preghiera e adorazione. Per quanto riguarda la lavanda dei piedi, anche se le norme covid ne impedivano lo svolgimento, come comunità siamo riusciti a vivere comunque questo momento attraverso un’ingegnosa trovata: sono stati coinvolti tre nuclei familiari. Le famiglie erano poste in tre punti diversi del piazzale: due si trovavano nei pressi dell’altare, mentre una era posta all’estremità del piazzale rivolta al giardino, così che anche chi seguiva la messa dal prato potesse vedere e vivere questo momento significativo. Don Davide ha lavato i piedi solo ai papà di queste famiglie: questi ultimi, dopo essersi asciugati autonomamente, hanno lavato i piedi agli altri membri della loro famiglia, moglie e figli. E’ stato senza dubbio un momento molto significativo, inedito e unico nel suo genere: impossibile, per chi era presente ad assistere, non richiamare alla mente il discorso di Gesù immediatamente successivo alla lavanda dei piedi: “Capite quello che ho fatto per voi? (...) Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi” (Giovanni 13, 12-15). Facendo riecheggiare nel proprio cuore questo brano, in molti hanno potuto commuoversi di fronte a questo piccolo, grande segno della testimonianza cristiana. Una volta terminata la comunione, si è poi snodata in mezzo all’assemblea la processione eucaristica verso la Reposizione, allestita nel tabernacolo della nostra parrocchia. La fede e la preghiera hanno contraddistinto questo momento, vero e proprio passaggio di Gesù in mezzo a noi, accompagnato dalle note del coro e di Massimiliana. Avendo eccezionalmente servito questa celebrazione come ministrante, ho potuto precedere il Santissimo Sacramento lungo la processione: in momenti del genere, nei quali chi è in processione fa letteralmente strada a Gesù, l’emozione è sempre tanta! Una volta riposto il Santissimo, l’Adorazione personale è potuta proseguire fino alle 21.45 a causa del coprifuoco. Quest’anno abbiamo dovuto rinunciare alla notte di preghiera davanti al Santissimo, portando però nel cuore il messaggio di carità che l’Eucaristia porta con sé e proseguendo l’Adorazione nelle nostre case. Nell’aria si respirano ancora le emozioni del Giovedì Santo: diverse persone sono infatti ancora in adorazione davanti alla Reposizione, mentre all’esterno soffia un fresco vento. Ed è proprio il silenzio che spesso rifuggiamo a fare da padrone in questa celebrazione, nella quale il tempo pare essersi fermato. Il piazzale esterno e il giardino sono gremiti come nei precedenti giorni di festa, ma questa volta si contempla silenziosamente il dono dei doni: Cristo che dona la Sua vita per la nostra salvezza. La lettura della Passione di Giovanni è lunga, cantata, intensa: ci proietta immediatamente nello spirito di questa celebrazione. Man mano che gli eventi della Passione si fanno avanti nel corso della narrazione, il vento pare poco per volta aumentare, per poi arrestarsi improvvisamente non appena viene letto il passo della morte del Signore. È compiuto, l’Amore ha prevalso.
Dopo un breve commento di don Davide, si prosegue con la Preghiera Universale, la grande preghiera dei fedeli che coinvolge tutti gli uomini e le donne del tempo presente, e con l’adorazio-ne della Croce. Sono intervenute di nuovo le norme covid: quest’anno non è possibile avvicinarsi a venerare la croce, ma ci siamo sicuramente tutti ritrovati nel gesto che il nostro parroco ha compiuto per ciascuno di noi. Ci siamo tutti sentiti in quella mano che toccava il Cristo, che affidava le nostre croci a Colui “che ben conosce il patire”. Il canto “O popolo mio” ha poi accompagnato l’adorazione di tutti, in quello che sicuramente, nella comunione di cuori e intenti, è stato il momento più alto e toccante di tutta la Settimana Santa 2021. Dopo l’azione liturgica, la breve via Crucis nel giardino parrocchiale ci ha fatti entrare nel mistero ripercorrendo i passi del Signore sulla via del Calvario, l’Accademia dell’amore, come amava dire San Francesco di Sales. Ognuno di noi si è potuto riconoscere in Veronica, in Simone di Cirene, nelle pie donne, nei soldati, per sperimentare con grande stupore a che punto è arrivato l’Amore di Dio. Il piazzale è deserto, qualche goccia di pioggia ha bagnato le sedie rimaste fuori. Scende il grande silenzio del Sabato Santo: attendiamo fiduciosi che le promesse si compiano. Facciamo compagnia ai discepoli nel cenacolo, coltivando la speranza come Maria. “Alleluia! Le profezie si sono avverate, il Signore è risorto!” È questo l’annuncio che ogni anno viene a scuoterci il cuore nel giorno di Pasqua! Soprattutto in questo tempo, è l’annuncio di cui più abbiamo bisogno: Dio ha vinto la morte! Quest’anno la Pasqua è arrivata nella nostra comunità in un orario un po’ particolare: complice il coprifuoco, la Veglia Pasquale si è infatti svolta alle 5.30 del mattino! Contrariamente a ogni aspettativa, sono stati numerosi i coraggiosi che hanno affrontato l’orario non particolarmente invitante: la nostra parrocchia si è infatti riempita completamente! E alla fine della grande celebrazione, a tutti è stata offerta la colazione. Vi racconterò però della messa delle ore 11.00, alla quale ho partecipato: una messa che, nonostante il rischio pioggia che la minacciava, è stata particolarmente partecipata! A questa celebrazione sono stati invitati i bambini e i ragazzi del catechismo, i giovani del nostro oratorio e, per la prima volta, il gruppo ministranti al completo, tra ragazzi vestiti e apprendisti verso la Vestizione. Diversi bambini hanno preparato su nenniri, che poi hanno deposto ai piedi dell’altare come segno della loro preghiera. E mentre finalmente abbiamo intonato l’Alleluia, don Davide ci ha invitati alla gioia pasquale: più che mai in quest’anno abbiamo bisogno di questa gioia che non delude, che non spegne, che non abbandona! A conclusione della celebrazione, insieme ai ringraziamenti per tutti coloro che hanno partecipato e lavorato per la buona riuscita delle celebrazioni della Settimana Santa, sono stati presentati i nuovi ministranti che vivranno la Vestizione sabato 10 aprile. Conclusasi la celebrazione, ciascuno ha poi collaborato per smontare la grande “chiesa all’aperto” allestita all’inizio di questa settimana. Vedere il piazzale e il giardino sgombri di sedie, palco, fiori, panche e quant’altro, ha fatto in alcuni una certa impressione: quasi ci eravamo abituati a vivere all’esterno le celebrazioni, ritrovandoci insieme, come ha sottolineato con commozione don Davide al termine della celebrazione, come una grande famiglia in Cristo. Della grande “chiesa all’aperto” che ci ha accolti in questi giorni sono rimasti ora i nostri cuori, veri testimoni dell’incontro con il Risorto, e il cielo come tetto, sul quale oggi sfolgora il sole nuovo di Pasqua.
Antonio