Con il pranzo comunitario del 22 ottobre si sono concluse le festività del nostro patrono San Luca. Come tutti gli anni è anche la giornata missionaria. Tutto è iniziato alle 11 con la S. Messa animata dal nostro coro parrocchiale. Letture e canti erano impostati secondo la liturgia della Giornata Missionaria. Al termine della celebrazione il nostro parroco ha invitato tutti a partecipare al pranzo comunitario. Siamo scesi in palestra ove erano già stati preparati e apparecchiati i tavoli. Mentre cominciavano ad arrivare le pietanze, alcune parrocchiane hanno iniziato a preparare gli antipasti e ad affettare il pane. Ci siamo divise i compiti: chi tagliava la tradizionale melagrana, chi il formaggio e chi i salumi. Tra tutte le volontarie spiccava l'aiuto di una fantastica bambina che non si è risparmiata per tutto il pomeriggio andando da un tavolo all'altro: brava Gaia e tante grazie per la tua collaborazione veramente preziosa! Quando tutti finalmente hanno preso posto ai propri tavoli, don Albino ha fatto la preghiera di rito dando il via all'andirivieni dei primi piatti. Le vettovaglie erano abbondanti tanto da soddisfare il gusto di ognuno. Dopo il dolce e il caffè Angela Mainas e Teresa Sassu sono passate tra i tavoli per vendere i biglietti della lotteria, affidati poi alle sorti della graziosa Gaia. La fortuna ha favorito un po' tutti, qualcuno, come sempre, più volte fortunato, ma in generale tutti contenti. Ci tengo a dire che quest'anno ho vinto anch'io (grande festa per la mia vincita), poi tutto è finito con il famoso augurio del don con "atrus annus". Pian piano la gente è andata via, mentre alcuni di noi siamo rimasti per ripulire la palestra e ritirare ciò che era avanzato.
Teresa Mancini
Per la varietà e la raffinatezza delle portate, l'alta qualità dei vini e dei dolci, l'edizione 2017 del Pranzo Comunitario di San Luca, offerto da tutti a tutti secondo la tradizione, si potrebbe definire “la festa dei ghiottoni”. Chi serviva si sentiva dire: “Dammene un po' di più, tanto ho preso una pastiglia per cautelarmi”. I vassoi tornavano indietro vuoti! Alcuni accorgimenti hanno garantito il pieno successo: la scelta dei piatti graditi ai più giovani, come il pollo fritto e le frittelle di verdure varie o il servire gli umidi in coppe per degustarne i succulenti sughi di accompagnamento, etc. I vini: tutti doc, offerti dalle Cantine di Dolianova, Monserrato, Selargius, Ussana (un corposo, ottimo vino di produzione familiare) sono stati apprezzati da tutti. La sala non era troppo gremita e lo spazio fra i tavoli offriva ai vari gruppi la possibilità di chiacchierare e ridere liberamente senza disturbare gli altri, e perfino di canticchiare a bassa voce come è capitato a me e a Piero Sassu che abbiamo ripassato canzoni di montagna della nostra giovinezza fra un bicchiere e l'altro. Don Albino, affabile e sorridente, lasciava ogni tanto il suo posto e si avvicinava alle tavolate per stare un po' con tutti. Terminato il pasto con il trionfo dei dolci più svariati e l'immancabile torta alla panna mi sono chiesta: “quale fra tante squisitezze si può considerare il piatto migliore?” Secondo me il piatto vincente non è reale, è un piatto virtuale ma fruibile da tutti. I suoi ingredienti sono: il rispetto, l'amicizia e l'affetto reciproci che legano i parrocchiani fra loro e al nostro Parroco. Questo è il vero piatto vincente e ci rende felici.
Luisa Brotzu