È una serata calda e umida. Ma c’è altro nell’aria: c’è attesa, trepidazione, quasi un collettivo respiro trattenuto. Che cos’ha di speciale questa serata? È un’emozionante riunione familiare. Di ricongiungimenti ne abbiamo vissuti tanti negli ultimi mesi; dopo la quarantena rivedersi ci ha ridato vigore. Quindi possiamo tutti immaginare benissimo quale fosse il sentimento che aleggiava domenica 26 luglio nell’attesa dell’arrivo, anzi del ritorno, di don Gianni a San Luca. Finalmente arriva! Don Gianni e don Davide passano lentamente in mezzo alle sedie ampiamente disposte nella piazza del retro della chiesa. Ogni volta che lo sguardo del nostro primo Don incrocia quello di una vecchia conoscenza, una scintilla accende i suoi occhi e il suo sorriso si allarga sempre di più. Arrivati all’altare e finito il canto di ingresso, l’emozione si potrebbe tagliare a fette, un silenzio pieno di parole difficile da rompere. Don Gianni esita al momento del segno della croce iniziale, sopraffatto da tanti occhi curiosi, emozionati, pieni di affetto e di ricordi, tutti puntati su di lui. Un’esitazione che suscita una leggera risata in tutti e che finalmente ci libera dell’incantesimo. La messa comincia. Io ero una bambina quando a don Gianni fu assegnato un nuovo incarico, non ho ricordi di eventi ben specifici ma un sentimento generale di gioia e divertimento. Continuo a chiedermi, adesso a 23 anni, di nuovo davanti a quel parroco (che non è invecchiato di un anno!), se si ricorderà di me. Eravamo così tanti all’epoca e nel frattempo siamo cresciuti! La celebrazione è stata davvero bella e le letture e il Vangelo sembravano quasi creati apposta per il momento. Don Gianni ricorda i primi anni di quella meravigliosa parrocchia, la nascita e la crescita della nuova comunità e i suoi dubbi iniziali nell’essere stato scelto come parroco fondatore: lui, appena tornato dalla sua missione in Kenya messo a guidare una comunità nella zona più “in” di Quartu Sant’Elena. Ma dopo tre giorni di dubbi, ed è proprio qui che sta la perla di saggezza, ha deciso di affidarsi a Cristo e di lasciarsi guidare da Lui. Anche in questo sta la fede: non avere paura di dire di sì e intraprendere un cammino nuovo che a primo impatto ci sembra al di fuori delle nostre capacità, perché avere fede in noi stessi vuol dire avere fede in Lui e nei Suoi progetti per noi. Ci vuole coraggio. Ci vuole coraggio e fede; don Gianni ha avuto entrambi e guardate che capolavoro è venuto fuori. Domenica ci ha ricordato proprio questo, di fidarci e di affidarci a Cristo. La predica mi ha emozionato, complice forse anche la magia del momento; sembravano esattamente le parole di cui avevo bisogno. Qualche lacrimuccia è scesa, lo ammetto, ma, inevitabilmente, mi sentivo a casa. Alla celebrazione è seguito un bel rinfresco e ovviamente un bagno di folla per il protagonista della serata. Saluti, abbracci, risate in ricordo dei vecchi tempi, cibo, tanto e buono cibo (le nostre cuoche hanno colpito ancora) e una telecamera che viaggiava di mano in mano per registrare ogni angolo di quella serata di cui tutti avevamo bisogno. Dopo il taglio della torta e l’apertura dello spumante riesco ad intercettare don Gianni prima che fugga via. “Ciao! Non so se ti ricordi di me… io sono…” “Roberta! Certo che mi ricordo!” e vengo sommersa dal suo abbraccio. Decisamente sì, ero a casa.
Roberta Cancellieri
L’11 luglio, nella Parrocchia di Poggio dei Pini, insieme alla sua comunità ed ai rappresentanti del clero diocesano, don Gianni Sanna ha celebrato 50 anni di sacerdozio. Purtroppo molte persone della parrocchia di San Luca, a causa dei divieti di assembramento imposti dal particolare momento dovuto al Coronavirus, non hanno potuto partecipare al festeggiamento di questa importante tappa. Grazie a don Davide che lo ha invitato a festeggiare anche nella nostra parrocchia, domenica 26 luglio ci siamo riuniti, muniti di mascherine e posizionati alla distanza richiesta, nel grande piazzale della nostra chiesa. La contentezza dell’avvenimento era tangibile non solo in tutti i partecipanti, ma anche nel festeggiato che, abbracciando con lo sguardo la numerosa assemblea, non è riuscito a nascondere la propria commozione. Durante l’omelia don Gianni ha ricordato i 20 anni passati insieme, a cominciare dal 1985, anno della fondazione della parrocchia, con lui giovane missionario proveniente dal Kenya, parroco incaricato dal vescovo Bonfiglioli, che ha continuato la sua missione in un territorio esteso e dispersivo come era allora il Margine Rosso. E’ riuscito ad aggregare un numero sempre crescente di residenti, che nella quasi totalità non si conoscevano tra loro, creando da subito una “Chiesa di pietre viventi” e successivamente una “Chiesa di mattoni”. Ripensando a quel periodo sono tanti i ricordi che ogni parrocchiano custodisce gelosamente nel proprio cuore. Al termine della celebrazione abbiamo voluto continuare la festa con un rinfresco organizzato nel grande giardino della chiesa che ci ha permesso, rispettando le norme di sicurezza, di gioire della festa e di poter scambiare con il festeggiato e tra di noi esperienze attuali e felici ricordi.
Lucio Tocco