Giovedì Santo
È il giorno che chiude la Quaresima e apre le celebrazioni del Triduo Pasquale. La memoria della crocifissione, morte e resurrezione di Gesù, cuore e vertice di tutto l’anno liturgico, è vissuta con intensa fede e partecipazione dalla nostra comunità parrocchiale. La messa vespertina del Giovedì Santo “In Coena Domini ” si apre con l’accoglienza degli oli dei catecumeni, dei malati e del Crisma che sono stati benedetti dal vescovo la mattina durante la Messa Crismale per essere usati nelle celebrazioni dei battesimi, unzione degli infermi e cresime. Ci facciamo immergere dalla liturgia in questi segni di intensa spiritualità contemplando il mistero d’amore dell’ultima Cena nel racconto evangelico di Giovanni e nel gesto della lavanda dei piedi che don Davide compie in ricordo dell’esempio di Gesù come segno di servizio e comunione fraterna. Don Davide ci ricorda che tre sono i grandi eventi del Mistero pasquale che si celebrano in questa messa con l’istituzione dell'Eucaristia e dell'Ordine sacerdotale e il comandamento della carità fraterna. Nell’omelia Don fa emergere quella grande forza dell’amore di Dio che scorre a prescindere da tutte le nostre fragilità: attraverso l’immagine di un metronomo che segna il tempo, capiamo che Dio e il suo amore va oltre ogni nostro tempo, lava i piedi di tutti…anche di colui che lo tradirà! L’amore supera ogni cosa. Dall’ascolto della Parola di Dio si ripete la memoria della lavanda dei piedi che oggi viene fatta a dei mariti e papà che quotidianamente con le loro mogli vivono l’amore familiare. È il chinarsi di Cristo su tutta la Chiesa, sua sposa. Un momento sempre molto significativo ed emozionante anche nei volti di coloro che hanno accettato l’invito a farsi lavare i piedi. Terminata l'orazione dopo la Comunione il silenzio chiude la Messa della cena del Signore e la comunità segue la processione guidata da don Davide che, attraversando la chiesa, accompagna il Santissimo Sacramento al luogo della reposizione dove il pane eucaristico verrà conservato nel tabernacolo per essere adorato e consumato per la Comunione distribuita il Venerdì Santo nella Passione del Signore. Con il canto “Meraviglioso sei”, eseguito dal coro dei giovani che hanno animato tutta la celebrazione, ci mettiamo tutti in adorazione davanti al Santissimo e poi l’assemblea si scioglie in silenzio. La chiesa resta aperta per buona parte della notte per permettere alla comunità la meditazione personale e comunitaria che continua la mattina del Venerdì Santo con l’adorazione personale all’altare della Reposizione e la celebrazione delle lodi mattutine. Un grazie ai gruppi che hanno guidato la preghiera durante la notte con l’ora santa attentamente preparata.
Venerdì Santo
Nel secondo giorno del Triduo Pasquale la chiesa rivive la Passione del Signore, giorno di digiuno e di penitenza, tutto orientato alla contemplazione di Cristo sulla Croce, manifestazione massima del suo amore che si consegna e si dona fino alla morte innocente. Ancora in silenzio ci ritroviamo la sera in una chiesa nuda, con l’altare spoglio, senza croce e candele, quasi un sepolcro. Ricordiamo la morte di Gesù. All’inizio della celebrazione don Davide si prostra a terra di fronte all’altare come segno di obbedienza a Colui che si è fatto obbediente “sino alla morte di croce”. L'azione liturgica del Venerdì Santo raggiunge il suo culmine nel racconto solenne della morte di Gesù nel Vangelo della Passione secondo Giovanni che viene recitata cantando. Ascoltiamo con commozione le parole ormai familiari delle sofferenze di Gesù e nonostante la tristezza per quel costato, quelle mani e quei piedi trafitti guardiamo alla croce per imparare ad amare soprattutto gli ammalati, gli ultimi, i deboli, le persone anziane, i poveri. Nella preghiera-omelia di don Davide emerge tutta la paura dell’umanità davanti al dolore e alla sofferenza; paura che viene riposta ai piedi del Cristo sofferente. La liturgia della Parola termina con la preghiera universale e subito dopo inizia la seconda parte della celebrazione con l’adorazione della santa croce velata da un manto rosso e portata al centro del presbiterio dove è accolta da don Davide. La croce per tre volte viene elevata e man mano scoperta: prima il braccio destro, poi il sinistro ed infine tutto il corpo di Gesù mentre don Davide pronuncia le parole: “Ecco il legno della croce” che accogliamo rispondendo: “Venite adoriamo”. Inizia la lunga processione dei presenti. Mentre procediamo silenziosamente la melodia dei canti del coro degli adulti accompagna i nostri gesti, i baci, le lacrime, gli abbracci a Gesù crocifisso. Da questo cuore squarciato abbiamo necessità di attingere la fede e la forza di accettare le sofferenze, le difficoltà nostre e dei nostri cari. Ci sentiamo accolti da quelle braccia che si tendono per abbracciare il nostro peccato e sentiamo la pace effusa da questa infinita misericordia. Un momento unico e forte che caratterizza questa celebrazione così particolare rispetto a tutte quelle dell’anno liturgico. Al termine dell’adorazione le ostie consacrate il giovedì santo e riposte nell’altare della reposizione vengono portate sull’altare per essere distribuite durante la comunione. La celebrazione si conclude ancora in quel silenzio che diventerà il grande silenzio del Sabato Santo davanti al sepolcro vuoto. Torniamo nelle nostre case con il cuore pieno di speranza: Dio non ci lascia soli perché la croce è già l’annuncio per tutti noi di una vita nuova.
Rachele