Sabato 13 Ottobre 2018 alle 19 in punto, nel posto simbolo della nostra comunità, il vecchio Fortino per anni adibito a chiesa, ha avuto inizio quella che un informatico chiamerebbe “Parrocchia San Luca 4.0”, dato che sono quattro i parroci che si sono avvicendati in questi 32 anni. Accompagnato dal suo Parroco di Sant’Elena, mons Alfredo Fadda, don Davide Collu , così si chiama il nostro nuovo Parroco, quartese doc nato e cresciuto nella Parrocchia di Santo Stefano, ha ricevuto l’abbraccio di un folto gruppo di Sacerdoti, di giovani e meno giovani e di numerose associazioni di volontariato. Emozionato ma attento alle buche della strada, quasi a volerci dimostrare che ci conosce già e che non ha paura delle difficoltà, don Davide ha quindi guidato la breve processione fino alla nuova chiesa in via Nora. La chiesa era già strapiena di fedeli, quelli che non sono andati in processione per non perdere il posto nelle panche. C’erano rappresentate tutte le età, seduti, ma soprattutto i giovani, in piedi, quelli che lo conoscevano già per l’esperienza vissuta con lui negli ultimi anni. Ma una gioventù ancora più gioiosa oltre che vederla la potevi anche sentire: erano i ragazzi del coro giovanile diocesano che insieme al nostro coro di San Luca, riconoscibili perché meno giovani, animavano la celebrazione eucaristica. E’ proprio vero: Parroco nuovo, musica nuova. Cominciammo con don Gianni che ci insegnò alcune musiche religiose africane, poi con don Paolo, bravo chitarrista e buon interprete di Lucio Battisti, con don Albino, ottimo tenore e cultore della musica sacra classica, ora con don Davide una musica diversa ma non meno sacra che sprizza gioia, freschezza e coinvolgimento. Chissà, magari un giorno lo vedremo con il Karaoke! Giovane sacerdote, don Davide, 34 anni appena compiuti il 6 ottobre, “unu picciocheddu” mormorava qualcuno, “d’anti mandau po imparai” aggiungevano altri, “mi paridi che custu esti giai imparau” rispondevano altri ancora. Non è però il più giovane parroco di San Luca. Aveva 33 anni don Albino quando fu nominato, 38 don Paolo e 43 don Gianni. Affascinati dal coro abbiamo potuto ripercorrere, ognuno nel suo intimo e non senza emozione, i 32 anni della nostra storia guardando i visi di coloro che stavano intorno all’altare. A parte don Gianni e don Paolo, assente giustificato don Albino, i parroci che si sono succeduti nella guida della nostra comunità, spiccavano mons Antonio Porcu ( 90 anni ) e mons Tonio Tagliaferri (86 anni), che erano presenti nel 1986 all’inau-gurazione della nostra Parrocchia. Ma anche don Alberto Pistolesi che a 25 anni fu mandato come viceparroco qui a San Luca, don Nino Zuncheddu, mons Giulio Madeddu. Spiccava anche un altro giovane prete che sicuramente, viste le premesse di don Davide, farà parte della nostra storia: il suo amico fraterno don Andrea Secci. Abbiamo sempre visto il sacerdote celebrante che, nel momento della comunione, si posiziona davanti all’altare e gli altri, meno importanti, si sparpagliano ai lati della chiesa. Stavolta invece con stupore di molti don Davide è corso in fondo alla chiesa, vicino all’uscita più che all’ingresso, dove si mettono i ritardatari ed i chiacchieroni e ha dato loro la comunione. Sicuramente questi non si metteranno più li in fondo. Al termine della celebrazione Eucaristica don Davide ha voluto farsi conoscere meglio dalla comunità presentandoci il suo sogno di parrocchia. “Sogno una parrocchia…” addirittura in 22 punti. Tutti condivisibili, tutti così apparentemente ovvii. Ma se ha parlato di sogno vorrà dire che qualcosa c’è ancora da fare: apparenza o sostanza? Insomma ai più è sembrato una sorta di contratto, non unilaterale, con la comunità, ma “Po si cumprendi mellusu”. Con i dovuti distinguo, mi viene in mente Papa Francesco quando, il 22/12/2014 in occasione degli auguri natalizi alla curia romana, parlò delle 15 malattie che affliggono la curia. Per ogni malattia che il Papa specificava meglio i cardinali si voltavano verso i colleghi con un sorriso che voleva dire “Sta parlando di te“. Siccome non siamo migliori dei Cardinali della curia romana ho il sospetto che la tentazione a sorridere anche per qualcuno di noi sia stata veramente forte, io per primo. Ormai la messa è finita e andiamo in pace a festeggiare nei locali dell’oratorio con un rinfresco organizzato dai ragazzi . Invece no. Ennesima sorpresa: don Davide decide di farsi un selfie dall’altare con alle sue spalle la chiesa ancora piena di fedeli. Dobbiamo abituarci allo stile di don Davide, così franco, diretto e con le battute pronte così coinvolgenti. Ciao don Davide, abbiamo anche noi un sogno: un parroco che ci faccia tornare giovani dentro.
Carla & Lucio